26 - COOPERAZIONE E NON PROFIT

Dettagli: 

Indice

1. Enti e istituzioni non profit (Indagine e Censimento Istat)

2. Le Fondazioni

 

1. Enti e istituzioni non profit (Indagine e Censimento Istat)

In questa sezione sono raccolti i dati relativi alla prima rilevazione censuaria delle istituzione e delle imprese non profit, condotta nel corso del 2000 dall'Istat e al Censimento generale dell'industria e dei servizi per il settore non profit del 2001, condotto anch'esso dall'Istat.

Gli aspetti centrali delle rilevazioni sono il numero delle istituzioni, la loro forma giuridica, la struttura organizzativa, il tipo di assetto sociale, la dimensione economica ed i settori di attività .

Caratteristiche delle istituzioni non profit

Secondo il System of National Accounts (SNA) le istituzioni non profit "sono enti giuridici o sociali creati allo scopo di produrre beni e servizi, il cui status non permette loro di essere fonte di reddito, profitto o altro guadagno per le unità  che le costituiscono, controllano o finanziano"

Lo SNA le distingue, in forma esemplificativa, utilizzando contemporaneamente tre criteri: il primo criterio si riferisce alla distinzione delle istituzioni nonprofit in market o non market, a seconda che la loro produzione sia venduta o meno sul mercato a prezzi economicamente significativi (cioè a prezzi in grado di influenzare significativamente l'offerta e la domanda di beni e servizi); il secondo criterio si riferisce alla natura pubblica o privata dei soggetti controllanti; il terzo alla tipologia dei destinatari.

Si distinguono perciò le:

"non profit institutions engaged in market production": si tratta di istituzioni che offrono beni e servizi (si citano come esempi le scuole, i collegi, le università , le cliniche, gli ospedali) e che hanno come fonte prevalente di finanziamento i ricavi derivanti dalla vendita; tuttavia, data la loro natura nonprofit, possono anche avvalersi dei proventi derivanti da donazioni di soggetti privati o da sussidi pubblici; si tratta anche di istituzioni al servizio delle imprese, create da associazioni di imprese allo scopo di promuovere gli interessi degli associati, le cui sottoscrizioni vengono considerate come pagamenti per i servizi resi (vengono citati i casi delle associazioni di agricoltori, produttori o commercianti, delle organizzazioni di datori di lavoro, dei laboratori di ricerca o di altre organizzazioni o istituti che svolgono attività  che sono di interesse del gruppo che le controlla).

"non profit institutions engaged in non market production", a loro volta suddivise in:

  1. istituzioni controllate e principalmente finanziate dal government, cioè enti giuridici autonomi rispetto all'amministrazione pubblica, finanziati prevalentemente mediante trasferimenti pubblici e nei quali il controllo pubblico è inteso come la capacità di determinare la politica generale o i programmi dell'istituzione attraverso la nomina dei suoi dirigenti; a titolo di esempio viene affermato che questo tipo di istituzioni può occuparsi di ricerca e sviluppo a beneficio di specifici gruppi di produttori o può anche avere lo scopo di stabilire o mantenere determinati standard qualitativi in campi quali la sanità , la sicurezza, l'ambiente, la contabilità, la finanza, l'istruzione, a beneficio sia delle imprese che delle famiglie;
  2. istituzioni al servizio delle famiglie controllate e finanziate prevalentemente mediante trasferimenti privati, che hanno la funzione di offrire beni e servizi a titolo gratuito o comunque a rezzi non economicamente significativi; esse possono essere ulteriormente distinte in due sottogruppi:
    1. a)a scopo mutualistico, create tramite associazioni di persone al fine di offrire servizi ai propri associati (ordini professionali, partiti politici, sindacati, associazioni di consumatori, chiese o società religiose, club sportivi, sociali, culturali e ricreativi);
    2. b)a scopo caritativo, create a fini filantropici, la cui funzione è quella di fornire beni e servizi alle famiglie bisognose senza il corrispondente pagamento di un prezzo.

Il sistema europeo dei conti economici integrati (SEC95) utilizza un impianto classificatorio del tutto simile a quello adottato dallo SNA, dal quale di fatto deriva. Nel SEC95, infatti, si riprende la classificazione SNA delle unità  istituzionali nei seguenti settori istituzionali: società  finanziarie, società  non finanziarie, amministrazioni pubbliche, famiglie (come produttrici) e istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Anche nel SEC95 viene considerato, accanto alla distinzione market/non market, il criterio delle principali funzioni e risorse. Tuttavia, rispetto ad SNA, il SEC95 specifica il criterio del prezzo economicamente significativo utilizzato per classificare le unità  istituzionali come market o non market. Ne discende che la funzione principale dell'impresa (società  finanziaria e non finanziaria) è la produzione di beni e servizi per il mercato e la principale risorsa consiste nei ricavi che essa deriva dalla loro vendita. La funzione principale delle amministrazioni pubbliche è la produzione di servizi non di mercato per il consumo collettivo; la loro principale risorsa ècostituita dai prelievi obbligatori di natura fiscale o contributiva. La principale funzione delle istituzioni comprese nel settore delle famiglie è, infine, la produzione di servizi non di mercato e la loro principale risorsa consiste nei contributi volontari da parte delle famiglie consumatrici, a cui si aggiungono rendite da proprietà  nonché trasferimenti dal settore delle imprese e dal settore pubblico.

Nel questionario per la rilevazione sono stati inseriti quesiti formulati in modo da raccogliere informazioni sia sulle variabili necessarie ad identificare la natura nonprofit dell'unità  istituzionale, sia di classificarla rispetto ai principali caratteri distintivi di struttura economica. Tali variabili sono le seguenti:

  1. Forma giuridica;
  2. Scopo dell'istituzione (profit/non profit);
  3. Tipo di offerta della produzione realizzata (market/non market)
  4. Tipo di destinazione dei servizi (mutualistica/di pubblica utilità);
  5. Settore di attività ;
  6. Dimensioni sociali (numero dipendenti, volontari, obiettori di coscienza, religiosi; per genere) ed economiche.

 

Accanto alle variabili di definizione e classificazione si è ritenuto opportuno utilizzare anche alcune variabili di analisi, per dare la possibilità  di svolgere ulteriori approfondimenti. Queste variabili sono le seguenti:

  1. Durata dell'attività  svolta nell'anno di riferimento;
  2. Data di costituzione;
  3. Eventuale assoggettamento a norme di regolazione delle istituzioni non profit;
  4. Articolazione in unità  locali e loro numerosità;
  5. Appartenenza a gruppi organizzativi di istituzioni;
  6. Controllo esercitato su altre unità  istituzionali;
  7. Numero di soci e/o iscritti;
  8. Ampiezza della partecipazione dei soci e/o degli iscritti alle decisioni sociali.

2. Le Fondazioni

Nel corso del biennio 2006-2007 l'Istat ha svolto la prima rilevazione sulle fondazioni attive in Italia al 31 dicembre 2005.

La rilevazione delle Fondazioni costituisce la prima indagine conoscitiva sull'universo delle fondazioni. Si tratta di unarilevazione totale che rientra nel programma di sviluppo delle statistiche sulle istituzioni nonprofit.

Il campo di osservazione della rilevazione è costituito dalle fondazioni, cioè da quelle unità  nonprofit che:

  • hanno una propria fonte di reddito che deriva normalmente, ma non esclusivamente, da un patrimonio;
  • sono dotate di un organo di autogoverno;
  • utilizzano le proprie risorse finanziarie per scopi educativi, culturali, religiosi, sociali o altri fini di pubblica utilità , sia sostenendo direttamente persone e associazioni, sia organizzando e gestendo propri programmi.

La lista di unità  utilizzata per la rilevazione è stata realizzata tramite l'integrazione di archivi statistici e amministrativi,considerando come base l'archivio della Fondazione Giovanni Agnelli ed aggiornandolo con i registri regionali e provincialidelle persone giuridiche, l'archivio statistico delle imprese attive (ASIA), l'archivio dei sostituti d'imposta (modelli 770) e alcuni archivi settoriali.

La rilevazione è stata realizzata mediante un questionario postale autocompilato.

I questionari inviati sono stati 7.538. Hanno risposto al questionario 6.478 unità , di cui 4.053 sono risultate valide, 267cessate, 247 con attivià  sospesa o non ancora avviata e 2.172 non valide per vari motivi (principalmente unità  fuori campo di osservazione e duplicazioni). I questionari tornati al mittente sono stati 261.  Sull'insieme delle fondazioni non rispondenti (799) è stata effettuata un'indagine supplementare per verificarne l'esistenza in vita e l'appartenenza al campo diosservazione. Complessivamente, le fondazioni di cui si è  verificata l'esistenza in vita al 31 dicembre 2005 sono 667, mentre65 unità sono risultate irreperibili e 67 fuori campo di osservazione.

L'universo delle fondazioni attive al netto di cessazioni,sospensioni ed errori di lista è stato quindi posto pari a 4.720 unità .

Per la classificazione delle attività  delle fondazioni è stata utilizzata, come già  per le altre rilevazioni sulle istituzioni non profit, l'International Classification of Nonprofit Organizations (ICNPO), sviluppata dalla Johns Hopkins University di Baltimora ed usata nei principali studi di comparazione internazionale del settore nonprofit.

La rilevazione rappresenta uno dei risultati dell'attività  di ricerca realizzata, a partire da maggio 2006, nell'ambito del protocollo di ricerca tra la Fondazione Giovanni Agnelli e l'Istat avente per oggetto

1) lo sviluppo della collaborazione tra le Parti per svolgere analisi statistiche ed economiche sulle fondazioni in Italia;

2) la progettazione e l'esecuzione di unarilevazione censuaria sulle fondazioni.

Data aggiornamento: 
Settembre, 2012