23 - PREZZI

Dettagli: 

Indice

1. Prezzi al consumo

2. Prezzi del carburante

3. Prezzi alla produzione

4. Costo di costruzione di un fabbricato residenziale

 

1. Prezzi al consumo

I numeri indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni nel tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativi di tutti quelli destinati al consumo finale delle famiglie presenti sul territorio economico nazionale e acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie (sono escluse, quindi, le transazioni a titolo gratuito, gli autoconsumi, i fitti figurativi, ecc.).

Gli indici dei prezzi al consumo sono calcolati utilizzando l’indice a catena del tipo Laspeyres in cui sia il paniere sia il sistema dei pesi vengono aggiornati annualmente.

L’Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:

  • l’Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività (NIC);
  • l’Indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (FOI);
  • l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione Europea (IPCA).

I tre indici hanno finalità differenti.

  • Il NIC è utilizzato come misura dell’inflazione a livello dell’intero sistema economico; in altre parole considera la collettività nazionale come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate.
  • Il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente. E’ l’indice generalmente usato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.
  • L’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. Infatti, viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’Unione Europea. Tale indice viene calcolato e pubblicato dall’Istat e inviato all’Eurostat mensilmente secondo un calendario prefissato. L’Eurostat, a sua volta, diffonde gli indici armonizzati dei singoli paesi dell’UE ed elabora e diffonde l’indice sintetico europeo, calcolato sulla base dei primi.

I tre indici hanno in comune i seguenti elementi: la rilevazione dei prezzi; la metodologia di calcolo; la base territoriale; la classificazione del paniere, articolato in 12 capitoli di spesa.

I tre indici differiscono per altri specifici aspetti. In particolare, NIC e FOI si basano sullo stesso paniere e si riferiscono ai consumi finali individuali indipendentemente se la spesa sia a totale carico delle famiglie o, in misura parziale o totale, della Pubblica Amministrazione o delle istituzioni non aventi fini di lucro (ISP). Il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso nei due indici, a seconda dell’importanza che i diversi prodotti assumono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l’intera popolazione; per il FOI è l’insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o a un impiegato.

L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie (Household final monetary consumption expenditure); esclude inoltre, sulla base di regolamenti comunitari, alcuni prodotti come, ad esempio, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici.

Un’ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita. L’IPCA si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore.

Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico delle famiglie. Inoltre, l’IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni).

Gli indici nazionali NIC e FOI sono prodotti anche nella versione che esclude dal calcolo i tabacchi, ai sensi della legge n.81 del 1992.

La classificazione dei prodotti adottata per gli indici dei prezzi al consumo si basa sulla COICOP (Classification of Individual Consumption by Purpose). Il primo livello della classificazione considera 12 capitoli di spesa; il secondo è costituito da 38 categorie e il terzo è formato da 109 gruppi di prodotto. Nella classificazione nazionale i 109 gruppi di prodotti si suddividono, poi, in 204 voci di prodotto che descrivono in maniera esaustiva l’insieme dei consumi considerati e rappresentano il massimo dettaglio di classi di consumo omogeneo. Le voci di prodotto sono a loro volta rappresentate da un insieme definito e limitato di beni e servizi denominati “posizioni rappresentative”, scelti sulla base di una pluralità di fonti e tra le tipologie maggiormente consumate.

Nel 2010 le posizioni rappresentative sono 521. Di queste, alcune sono di natura composita, cioè formate da più prodotti (ad esempio, la posizione rappresentativa Ortaggi comprende 21 diversi tipi di ortaggi, la Frutta fa riferimento a 16 prodotti diversi).

Ovviamente, non tutti i beni e i servizi che entrano nel paniere presentano la stessa importanza nei consumi della popolazione. D’altra parte, l’esigenza di misurare il livello dei prezzi e la loro dinamica temporale attraverso indicatori di sintesi, richiede la definizione di un sistema di ponderazione che consenta di elaborare tali indicatori tenendo conto della diversa rilevanza che i singoli prodotti assumono sulla spesa complessiva per i consumi delle famiglie.

La determinazione dei coefficienti di ponderazione degli indici dei prezzi al consumo è effettuata attraverso l’utilizzo dei dati di Contabilità Nazionale e di quelli derivanti dall’indagine sui Consumi delle famiglie, che coinvolge annualmente circa 28.000 famiglie.

A partire da gennaio 2010 la base territoriale è costituita da 83 comuni (19 capoluoghi di regione e 64 capoluoghi di provincia) e quindi con una copertura territoriale dell’indice, misurata in termini di popolazione residente nelle province i cui capoluoghi partecipano alla rilevazione, dell’ 86,1%.

I prezzi dei prodotti componenti il paniere vengono rilevati presso circa 41.000 unità di rilevazione (punti vendita), alle quali si aggiungono circa 8.200 abitazioni per la rilevazione degli affitti, per un numero medio complessivo di circa 565.000 quotazioni mensili di cui 500.000 raccolte sul territorio e 65.000 rilevate in modo centralizzato.

La rilevazione dei prezzi al consumo viene effettuata nel periodo compreso fra i giorni 1 e 21 del mese al quale i dati si riferiscono.

 

 

2. Prezzi dei carburanti

I dati in questa sezioni riguardano i prezzi medi annui dei carburanti (benzina senza piombo, gasolio per autotrazione e GPL) e del gasolio per riscaldamento.

I dati sono presentai in serie storica e sono tratti dalla rilevazione sui prezzi pubblicata dal Ministero dello Sviluppo Economico – DGERM (Direzione Generale Energia e Risorse Minerarie) nell’ambito delle Statistiche sull’energia.

Il Ministero rende disponibili sul proprio sito internet anche i dati mensili sui prezzi, disaggregati nelle varie componenti: prezzo industriale, IVA, accisa, prezzo al consumo.

 

3. Prezzi alla produzione

L'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali, calcolato dall’Istat, misura le variazioni nel tempo dei prezzi che si formano nel primo stadio di commercializzazione. I prodotti inclusi nel calcolo sono quelli dei settori estrattivo, manifatturiero e dell’energia elettrica, gas ed acqua per il mercato interno e dei settori estrattivo e manifatturiero per il mercato estero (con esclusione, in entrambi i mercati, dei settori relativi alle costruzioni navali, aerospaziali e ferroviarie, agli armamenti e ai servizi industriali).

 I prezzi rilevati - franco fabbrica o magazzino del venditore per il mercato interno e franco frontiera nazionale (f.o.b.) per il mercato estero – sono al netto dell'Iva e di ogni altro onere a carico dell'acquirente e definiti secondo le clausole contrattuali più usuali.

A partire da febbraio 2009, l’Istat diffonde un sistema di indicatori mensili sui prezzi alla produzione articolato su cinque variabili: le tre componenti riferite al mercato interno, mercato estero zona euro, mercato estero zona non euro e i due indici di sintesi per il mercato estero (zona euro più zona non euro) e per il totale (mercato interno più mercato estero). Le metodologie di calcolo degli indici dei prezzi sui mercati interno ed estero sono perfettamente allineate e, per ogni livello di aggregazione settoriale, l’indice totale corrisponde alla media aritmetica ponderata dei due indici.

Gli indici vengono calcolati con base 2005=100 e secondo la nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007, versione italiana della Nace Rev. 2. L’aggiornamento al 2005 della base di riferimento degli indicatori è coerente con quanto richiesto dal Regolamento europeo sulle statistiche economiche congiunturali n. 1158/2005 e si inserisce all’interno del processo di ridefinizione delle basi di riferimento e di migrazione alla nuova classificazione Nace Rev. 2 avvenuta contestualmente in tutti i paesi dell’Unione Europea all’inizio del 2009.

La rilevazione mensile dei prezzi alla produzione si effettua – con riferimento al mercato interno ed alle zone euro e non euro del mercato estero – sulla base di un disegno di campionamento nel quale si definiscono, relativamente all’anno base di riferimento, le composizioni dei panieri dei prodotti e le liste delle unità di rilevazione. I primi costituiscono campioni rappresentativi dei principali beni fabbricati da imprese con stabilimenti di produzione localizzati in Italia e venduti all’interno del territorio nazionale (mercato interno) o direttamente esportati (mercato estero). Per il mercato interno, la selezione dei prodotti e delle imprese si effettua utilizzando come informazione principale quella proveniente dalle statistiche della produzione industriale annuale (PRODCOM), per il mercato estero la fonte di riferimento per la selezione dei prodotti e delle imprese è costituita dalle statistiche del commercio con l’estero.

Le informazioni anagrafiche delle imprese selezionate sono estratte dall’archivio statistico delle imprese attive (ASIA). Una volta agganciata al prodotto l’unità di rilevazione, a quest’ultima viene richiesto di fornire ogni mese il prezzo delle tipologie di prodotto più rappresentative della propria produzione.

Le unità di rilevazione sono le imprese industriali operanti in Italia e che vendono direttamente, rispettivamente per le variabili interno ed estero, sul territorio nazionale e all’estero ad un prezzo di mercato, cioè ad un prezzo che si riferisce a una vendita effettivamente realizzata.

 

 

4. Costo di costruzione di un fabbricato residenziale

L’indice dei costi di costruzione di un fabbricato residenziale, calcolato dall’Istat, misura la variazione nel tempo dei costi dell’edilizia residenziale, riferiti ad una specifica tipologia di manufatto e, in particolare, dei costi diretti attribuibili alla realizzazione dell’opera.

Non sono quindi inclusi i costi del suolo, quelli di progettazione nonché il margine di profitto dell’impresa edilizia.

L’anno base dell’indice del costo di costruzione è stato aggiornato al 2005, in linea con quanto richiesto dal Regolamento europeo sulle statistiche economiche congiunturali n. 1158/2005. Al passaggio a una nuova struttura di ponderazione, riferita al 2005, si è affiancata una profonda revisione dell’impianto metodologico dell’indagine. Le differenze rispetto al passato riguardano sia le caratteristiche del progetto di fabbricato residenziale, sia la fonte dei dati, con riguardo alle voci dei materiali.

In sintesi, il fabbricato è costituito da un corpo unico con strutture in cemento armato, distribuzione altimetrica su 4 piani fuori terra più uno interrato, con 11 unità abitative e la cui tipologia edilizia è classificata come “residenziale media”. Il volume complessivo è pari a 4.390,73m mentre la superficie lorda complessiva è pari a 1.408,81m.

 La superficie residenziale media per unità abitativa è pari a 80,37m mentre quella non residenziale è di 47,71 m.

La struttura di calcolo dell’indice del fabbricato residenziale è analoga a quella utilizzata per la precedente base, includendo tre componenti di costo (gruppi): manodopera, materiali e trasporti e noli. All’interno di tali gruppi, mentre per la manodopera e i trasporti e noli le categorie rimangono invariate, per i materiali vi è stata una modifica rilevante rispetto alla precedente base. La categoria Materiale vario di completamento (presente nella precedente base) è confluita in quella dei Rivestimenti e pitture (nella base 2000, la categoria era denominata Rivestimenti e pavimenti). In complesso, le categorie dei materiali passano da 14 della base precedente a 13. Inoltre, le categorie Impianto di riscaldamento e Materiale e apparecchiature elettriche corrispondono a quelle che, nella base precedente, venivano indicate, rispettivamente, come Apparecchiature termiche e Materiale elettrico.

Con riguardo alla dinamica dei costi delle voci elementari dei materiali, le misure di prezzo raccolte dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (CCIAA) dei capoluoghi di regione sono state sostituite con gli indici dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali venduti sul mercato interno. Coerentemente con questo approccio, i costi di costruzione sono calcolati a livello nazionale e non più regionale.

In termini di quotazioni elementari di prezzo, tale sostituzione implica che le circa 190 voci mensilmente rilevate presso le CCIAA sono state sostituite da 1.365 quotazioni elementari di prezzo relative a 50 prodotti (definiti secondo la classificazione della rilevazione annuale della produzione industriale ProdCom) rilevati presso circa 480 imprese industriali.

La dinamica del costo della manodopera è misurata considerando, come in precedenza, un’articolazione in tre categorie: operaio specializzato, qualificato e comune. Le relative informazioni mensili sono desunte dalla rilevazione Istat sulle retribuzioni contrattuali, considerando come variabile di riferimento il costo orario della manodopera del settore edile.

I costi dei trasporti e noli sono rilevati presso i Provveditorati interregionali alle Opere Pubbliche di Lombardia–Liguria, Emilia Romagna–Marche, Toscana– Umbria, Lazio–Abruzzo–Sardegna. I dati riguardano 7 voci elementari e si riferiscono ai costi di trasporto e noli definiti “a caldo”, in quanto includono il consumo di carburante e/o energia elettrica. Con riferimento ai noli, nella base 2005 sono state inserite due nuove voci elementari: il ponteggio esterno e la vibratrice ad aria compressa, rilevati dai listini delle opere edili relativi alle CCIAA di Milano e Firenze.

La metodologia di calcolo dell’indice è rimasta quasi invariata. Il tipo di indice è di Laspeyres a base fissa.

Il calcolo degli indici ha cadenza mensile, coerentemente con la frequenza con cui vengono misurate le dinamiche delle singole componenti di costo. I dati mensili relativi sia all’indice aggregato, sia agli indici dei gruppi e delle categorie di costo considerati nel calcolo, vengono resi disponibili sulla banca dati http://con.istat.it.

Le nuove serie degli indici del costo di costruzione di un fabbricato residenziale con base 2005 sono calcolate a partire da gennaio 2005. Pertanto, i nuovi dati sostituiscono per tutto il periodo compreso tra il 2005 e il 2008, i corrispondenti indici con base 2000 già pubblicati.

Tuttavia, soltanto a partire da gennaio 2009 quelli espressi nella nuova base sono idonei a produrre gli effetti giuridici che le norme vigenti ricollegano agli specifici indicatori calcolati dall’Istat.

Per gli anni relativi al periodo tra il 2005 e il 2008, per i quali erano già stati diffusi indicatori in base 2000, gli indici sono stati ricalcolati nella nuova base partendo dalle informazioni più dettagliate disponibili a livello dell’aggregato elementare di prodotto.

Per il periodo 2000-2004, la ricostruzione in serie storica è stata effettuata, a livello di categoria, utilizzando specifici coefficienti di raccordo derivati, per ciascuna categoria, dalla media dell’anno 2005 degli indici in base 2000.

Data aggiornamento: 
Settembre, 2012