22 - RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE

Dettagli: 

Indice

1. Ricerca scientifica

2. Domande di brevetto

3. Bilancia tecnologica dei pagamenti

4. Informatica, comunicazioni e telecomunicazioni

5. Certificazioni ambientali

6. Regioni europee (Eurostat)

 

1. Ricerca scientifica

I dati sull’attività di Ricerca e Sviluppo  (R&S) sono ottenuti mediante le rilevazioni sulla “Ricerca e lo sviluppo sperimentale in Italia”, condotte annualmente dall’Istat. Queste rilevazioni sono finalizzate a raccogliere dati sulle imprese, le istituzioni pubbliche e le istituzioni private non profit che svolgono sistematicamente attività di ricerca.

Esse vengono condotte utilizzando le metodologie suggerite dal Manuale Ocse-Eurostat sulla rilevazione statistica delle attività di R&S (Manuale di Frascati), pubblicato nel 1964 e aggiornato nel 2002. Ciò assicura la comparabilità dei risultati a livello internazionale.

La rilevazione sull’attività di R&S nelle imprese viene svolta sulla base di una lista di partenza, con riferimento all’anno 2007, comprendente circa 16.700 imprese tra cui la quasi totalità delle imprese italiane con almeno 500 addetti e tutte le imprese che, a prescindere dalla dimensione, siano nelle condizioni di avere potenzialmente svolto attività di R&S nel corso dell’anno di riferimento. Ai fini della costruzione della lista di partenza vengono utilizzate sia fonti statistiche (Archivio statistico delle imprese attive - Asia), sia fonti amministrative (repertorio di imprese iscritte all’Anagrafe della ricerca presso il Ministero dell’università e della ricerca, imprese che hanno partecipato o partecipano a progetti di ricerca finanziati dalla Ue; imprese che hanno richiesto sgravi fiscali in relazione alla propria attività di R&S; ecc.).

Il tasso di risposta è stato, con riferimento al 2007, del 51,4 per cento.

La rilevazione sull’attività di R&S nelle istituzioni pubbliche è svolta con una metodologia simile a quanto descritto per le imprese. Per la definizione della lista di partenza - che comprendeva, per il 2007, 813 istituzioni pubbliche - viene utilizzato l’elenco delle unità istituzionali appartenenti alla lista S13 (redatta annualmente dall’Istat nel quadro del Sistema europeo dei conti Sec-95 al fine di individuare le istituzioni pubbliche) selezionando tutte quelle istituzioni pubbliche che hanno potenzialmente svolto attività di R&S nel corso dell’anno di riferimento. Il tasso di risposta è stato pari al 57,2 per cento.

La rilevazione sull’attività di R&S nelle istituzioni private non profit è stata realizzata a partire da una lista di 897 istituzioni potenzialmente in grado di svolgere R&S nell’anno di riferimento, definita a partire dai risultati dal Censimento delle istituzioni non profit 2001, aggiornati attraverso le rilevazioni sulla R&S nelle istituzioni private non profit relative agli anni 2002-2006 e le liste, predisposte dall’Agenzia delle entrate, delle istituzioni che hanno chiesto di partecipare al riparto del 5 per mille per la ricerca scientifica e la ricerca sanitaria. Il tasso di risposta è stato pari al 60,4 per cento.

I dati sull’attività di R&S nelle università (pubbliche e private) vengono attualmente stimati dall’Istat mediante una specifica procedura di stima della spesa e del personale impegnati in attività di R&S nelle università italiane che utilizza, per il calcolo della consistenza del personale di ricerca delle università, i dati amministrativi relativi al personale universitario di ruolo – docente e non docente - forniti annualmente dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur). L’Ufficio di statistica del Miur rende anche disponibili, con cadenza annuale, i dati sui ricercatori che operano nelle università italiane con un assegno di ricerca. Il tempo destinato alle attività di ricerca da docenti e ricercatori universitari viene stimato sulla base di coefficienti dedotti dai risultati della Rilevazione Istat sull’attività di ricerca dei docenti universitari, svolta con riferimento all’anno accademico 2004/2005.

Per stimare la spesa per R&S sostenuta dalle università italiane, oltre ai dati sulla remunerazione dei docenti universitari forniti dal Miur, l’Istat acquisisce – tramite l’Ufficio di statistica del Miur – i risultati della rilevazione svolta annualmente dal Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu) presso i Nuclei di valutazione degli atenei italiani con riferimento alle spese sostenute per attività di R&S dai singoli Dipartimenti e Istituti universitari. I dati sulle spese per borse di studio destinate a studenti di corsi di dottorato e di post-dottorato, nonché sulle spese per assegni di ricerca, sono infine resi disponibili dal Miur sulla base dell’annuale rilevazione dei conti consuntivi delle università redatti, secondo i principi di “omogenea redazione” previsti dalla legge n.168 del 1989.

 

2. Domande di brevetto

Le statistiche sui brevetti sono rilasciate dall’ Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), ufficio che appartiene al Ministero dello Sviluppo Economico.  A partire da gennaio 2009 l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi è inquadrato all’interno della Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione, nell’ambito del Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione.

Le principali attività dell’UIBM sono:

  • rilasciare brevetti nazionali e delle privative per nuove varietà vegetali;
  • rilasciare registrazioni delle topografie dei prodotti a semiconduttori;
  • depositare domande di brevetto europeo e tenuta del Registro italiano dei brevetti europei e del Registro dei brevetti comunitari;
  • depositare domande internazionali ai sensi del Trattato Patent Cooperation Treaty e di registrazione dei marchi nazionali e attività connesse;
  • rilasciare certificati di protezione complementare relativi a prodotti medicinali e fitosanitari;
  • attività di registrazione dei modelli e dei disegni industriali;
  • attività di registrazione dei marchi di impresa nazionali;
  • attività inerenti la registrazione dei marchi internazionali presso l'Organizzazione mondiale della Proprietà Intellettuale di Ginevra ed adempimenti conseguenti;
  • deposito delle domande di marchio comunitario ed adempimenti conseguenti;
  • tutela internazionale e registrazione internazionale delle denominazioni di origine e tipiche dei prodotti industriali e dell'artigianato secondo l'Accordo di Lisbona;
  • procedure di opposizione alla registrazione di marchi nazionali ed internazionali;
  • supporto e segreteria della Commissione dei ricorsi di cui all'articolo 135 del citato Codice della proprietà industriale;
  • creare e gestire banche dati e diffondere le informazioni brevettali.

L’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi gestisce una banca dati nazionale che accoglie tutte le informazioni relative alle domande depositate presso le Camere di commercio, disponibile agli utenti per effettuare richieste o effettuare ricerche di novità in materia di brevetti o di marchi.

La base dati contiene i brevetti per invenzioni, modelli di utilità, disegno, marchi e traduzioni depositati a partire dal 1 gennaio 1980. Le nuove varietà vegetali, i certificati di protezione complementari per i medicamenti e fitosanitari, e le nuove topografie per semiconduttori si riferiscono al deposito con decorrenza dal 1° ottobre 1989. Trascrizioni e annotazioni sono invece disponibili dal 1° gennaio 1996.

Aggiornamento: l’aggiornamento della base dati avviene periodicamente.

Le principali informazioni disponibili riguardano:

  • Data di iniziodeposito: si intende la data nella quale è stata immessa la prima domanda nel database attualmente on-line.
  • Tipologia
  • Codice:  corrisponde al numero di domanda o al numero di brevetto/pubblicazione
  • Data della domanda
  • Data della registrazione o concessione
  • Provincia di deposito della domanda
  • Provincia o stato estero di residenza di almeno un titolare della domanda

Per le invenzioni e i modelli di utilità, non sono prese in considerazione le domande coperte da segreto Militare.

Per i marchi, le classi sono indicate dal depositante in fase di presentazione della domanda. Per tutte le altre tipologie, le domande sono classificate dagli esaminatori alla data di rilascio.

Le tipologie di brevetti sono undici, come segue:

  1. Annotazioni
  2. Certificati di protezione complementari per fitosanitari
  3. Certificati di protezione complementari per i medicamenti
  4. Disegni
  5. Invenzioni
  6. Marchi
  7. Modelli di utilità
  8. Novità Vegetali
  9. Topografie per Semiconduttori
  10. Traduzioni
  11. Trascrizioni

 

3. Bilancia tecnologica dei pagamenti

La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia (BPT) registra gli incassi e i pagamenti riguardanti le transazioni con l'estero di tecnologia non incorporata in beni fisici (disembodied technology), nella forma di diritti di proprietà industriale e intellettuale, come brevetti, licenze, marchi di fabbrica, know-how e assistenza tecnica. I valori registrati nella BPT rappresentano un indicatore dell'input (i pagamenti) e dell'output (gli incassi) di tecnologia.

I dati sono rilasciati dalla Banca d’Italia e tratti dalla Comunicazione Valutaria Statistica, relativa ad incassi e pagamenti per operazioni di importo superiore a 50.000 euro (la soglia è stata progressivamente elevata nel tempo: fino a dicembre 2001 era fissata a 20 milioni di lire, da gennaio 2002 è passata a 12.500 euro e da gennaio 2008 è pari a 50.000 euro. I dati comprendono anche le operazioni regolate al di fuori del canale bancario (assegni, banconote, movimentazione di conti all'estero, etc.) e le operazioni regolate in compensazione.

I dati sulla Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia possono presentare differenze rispetto alle statistiche aggregate di Bilancia dei Pagamenti per il disallineamento temporale delle rispettive elaborazioni.

Classificazioni relative agli operatori

Le classificazioni per sottogruppo e per branca di attività economica riflettono raggruppamenti delle unità istituzionali e delle unità operative sulla base, rispettivamente, della funzione principale e dell'attività produttiva prevalente. L'illustrazione analitica dei livelli di disaggregazione è contenuta nelle “Istruzioni

relative alla classificazione della clientela per settori e rami di attività economica” curata dalla Banca d'Italia (cfr. Centrale dei Rischi), che segue criteri coerenti con quelli adottati dall'ISTAT, basati sullo schema SEC95.

Raccomandazioni degli organismi internazionali

Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia è adeguata, già dal 1996, alle raccomandazioni previste dal Fondo monetario internazionale (FMI) e dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Il 5° Manuale dell’FMI raccomanda, per quanto concerne le transazioni relative agli scambi internazionali di tecnologia, la netta distinzione dei flussi riguardanti gli acquisti e le cessioni di brevetti, invenzioni, know-how, marchi di fabbrica e disegni, da quelli relativi ai diritti di sfruttamento di tali beni di proprietà industriale, ai servizi di assistenza tecnica e ai finanziamenti dell’attività di ricerca e sviluppo. I primi sono stati riallocati dal conto corrente ad una nuova voce del conto capitale (acquisition/disposal of “non-produced non-financial” assets), in quanto costituiscono trasferimenti di proprietà di beni intangibili (intangible assets) più che prestazioni di servizi. I secondi rimangono collocati nel conto corrente, non più come redditi ma come servizi, nell'ambito delle voci royalties and license fees (che ha sostituito la precedente voce property income) e other business services.

Questa distinzione, non agevole dal punto di vista della compilazione pratica della BPT, è stata resa possibile dalla revisione della Comunicazione Valutaria Statistica compiuta a partire dalla seconda metà del 1998, nella quale le causali valutarie sono state riformulate per un pieno allineamento alle indicazioni dell’FMI.

La versione del 2009 della Bilancia dei pagamenti della tecnologia presenta dunque in tutte  le tavole statistiche i dati disaggregati per servizio di tecnologia con le nuove causali valutarie.

Per quanto concerne le indicazioni dell’OCSE, l’elemento di maggior rilievo è consistito nell'inserimento all'interno della BPT della voce ricerca e sviluppo: il finanziamento dell'attività di ricerca ha assunto un ruolo centrale nell'ambito dei processi di diffusione e trasferimento di tecnologia.

Secondo l'OCSE, i relativi flussi internazionali vanno trattati insieme alle altre transazioni di tecnologia, nonostante si riferiscano ad un fenomeno atipico. Tali flussi infatti non corrispondono ai frutti diretti dell'attività di ricerca e sviluppo, ma servono a finanziarne l'input; sono quindi un contributo per l'accesso ai risultati futuri della ricerca tecnologica e in questo senso costituiscono un pagamento per un output.

In secondo luogo, è stata esclusa dalla BPT la voce relativa al software, in quanto si tratta di un fenomeno variegato, non sempre a carattere innovativo, eventualmente protetto da copyright ma non da leggi di proprietà industriale.

 

4. Informatica, comunicazioni e telecomunicazioni

 

Nel 2006 l’Istat ha realizzato, nell’ambito dell’indagine sulle principali pubbliche amministrazioni locali,unarilevazione sperimentale sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei comuni italiani.

Le informazioni rilevate riguardano gli aspetti organizzativi della gestione delle tecnologie nell’ambito delle strutture comunali, le principali dotazioni tecnologiche e l’utilizzo che i comuni ne fanno in relazione ai propri processi di produzione e all’offerta di servizi all’utenza. In armonia con quanto definito ed auspicato in sede europea dai programmi E-europe e dagli obiettivi italiani di legislatura in materia di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), l’indagine si colloca nell’ambito del sistema delle statistiche nazionali sulla società dell’informazione.

La rilevazione ha carattere sperimentale ed è campionaria. I dati richiesti dal questionario hanno in generale come riferimento temporale l’anno 2005, tuttavia, per alcune variabili è stato necessario richiedere le informazioni con riferimento all’anno 2004 al fine di acquisire dalle amministrazioni coinvolte gli ultimi dati ufficiali disponibili.

Il disegno di campionamento adottato per quest'indagine è ad uno stadio stratificato.  Il campione è stato definito con il vincolo di includere tutti i comuni capoluogo di provincia e comunque tutti quelli con popolazione superiore a 60.000 abitanti; pertanto l’effettiva parte campionaria della rilevazione ha riguardato i comuni delle rimanenti classi di ampiezza demografica.

Le stime finali sono state prodotte utilizzando dei coefficienti finali di riporto all’universo associati a ciascun comune campione, determinati sulla base delle probabilità di inclusione nel campione e della probabilità di risposta in ciascuno strato. Inoltre, i coefficienti sono stati calibrati sulla base di totali noti di variabili ausiliarie per singolo dominio.

La maggior parte degli Uffici di statistica delle Regioni e delle Province autonome hanno partecipato alle operazioni di rilevazione in qualità di organi intermedi, ovvero come soggetti che gestiscono la rilevazione nel proprio territorio di competenza. Fra queste, alcune Regioni e Province autonome hanno volontariamente esteso il campo di rilevazione all’intero insieme delle amministrazioni comunali presenti nel proprio territorio. Per tale motivo, la numerosità dei comuni utilizzati per le stime è risultata pari a 3.323.

Al fine di verificare l’offerta di servizi on line da parte dei comuni, parallelamente alla rilevazione condotta tramite questionario, è stata realizzata in via sperimentale una ricognizione dei servizi telematici erogati dalle amministrazioni comunali accedendo direttamente ai loro siti Web istituzionali. Questa è stata condotta dall’Osservatorio Servizi on line del Centro Nazionale per l’Informatica nelle Pubbliche Amministrazioni – Centri Regionali di competenza per l’e-government e la Società dell’Informazione – CNIPA-CRC nel corso dei mesi di novembre/dicembre 2005.

I servizi sono stati classificati, oltre che per area tematica di riferimento e tipologia, secondo i seguenti livelli di interattività con l’utenza:

  • servizi informativi, per i quali si rileva la presenza di informazioni generali sull’amministrazione e sui servizi di riferimento;
  • servizi con modulistica disponibile, ovvero servizi che consentono all’utenza il download della modulistica dal sito Web;
  • servizi di informazione interattiva, che consentono agli utenti l’accesso a fonti informative e lo scambio di informazioni in modo personalizzato;
  • servizi transattivi, che permettono all’utenza di espletare tutto l’iter delle pratiche per via telematica.

 

5. Certificazioni ambientali

I dati sulle certificazioni ISO14001 (e, in generale, su tutta la serie 14000) sono forniti da ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, istituito con la legge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112.

L’ISPRA svolge le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT)di cui all’articolo 38 del Decreto Legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 e successive modificazioni, dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e successive modificazioni, e dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare di cui all’articolo 1-bis del decreto-legge 4 dicembre 1993, n.496, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 21 gennaio 1994, n. 61.

L'ISPRA è vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Lo standard internazionale UNI EN ISO 14001 può essere attuato da qualsiasi tipo di organizzazione che intenda conseguire un miglioramento ambientale, nell'esercizio delle proprie attività, attraverso l'adozione di un sistema di gestione. Esso stabilisce i criteri per la certificazione del sistema costituendo il riferimento per le imprese e/o organizzazioni e per gli organismi di certificazione. 

La ISO 14001 è stata recepita dal Regolamento CE n. 761/01 (EMAS) e ne fa parte integrante all'allegato I che stabilisce che il sistema di gestione ambientale, per un'organizzazione che intende aderire ad EMAS, deve essere conforme alla suddetta norma.

Più in generale, le norme tecniche della serie ISO 14000 rispecchiano, a livello internazionale, il generale consenso circa le attuali buone pratiche rivolte alla protezione dell'ambiente, applicabili a qualunque organizzazione e in qualunque parte del mondo.

L'intera serie ISO 14000 fornisce strumenti manageriali per le organizzazioni che vogliano porre sotto controllo i propri aspetti ed impatti ambientali e migliorare le proprie prestazioni in tale campo. Una caratteristica chiave di tutti i requisiti ISO 14000 è la loro natura volontaria. "Volontaria", in questo caso, significa l'assenza di alcuna costrizione legislativa al loro utilizzo. La decisione di applicare i requisiti ISO 14000 è pertanto una decisione di tipo strategico da prendersi a cura della direzione aziendale.

Ciascuna organizzazione può anche scegliere di non adottare i modelli proposti da ISO 14000, e rivolgersi a mercati che non li richiedano.

Queste norme tecniche sono sviluppate in ambito internazionale nel Comitato Tecnico n. 207 della International Organization for Standards (ISO TC 207) del quale è membro effettivo l'Ente Nazionale Italiano di Unificazioni (UNI). Il gruppo di norme (certificabili e non certificabili) della serie 14000 comprende tematiche generali, quali i sistemi di gestione ambientale, e in aggiunta propone tre tipologie di strumenti utili per la sua attuazione: LCA (Life Cycle Assessment), EPE (Environmental Performance Evaluation) e Environmental Labelling.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare la versione italiana della norma presso il sito dell'UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). 

 

 

6. Regioni europee (Eurostat)

L’annuario contiene anche una serie di dati che hanno l’obiettivo di posizionare la Lombardia all’interno del contesto europeo confrontandola con altre regioni e con altre nazioni.

I dati sono di fonte Eurostat (Ufficio Statistica dell’Unione Europea), il cui ruolo principale è produrre e divulgare informazioni statistiche ufficiali a livello europeo. Eurostat non effettua la raccolta dati; i dati sono raccolti direttamente dalle autorità statistiche degli Stati Membri, le quali producono le statistiche nazionali di carattere ufficiale e ne curano la trasmissione a Eurostat. Eurostat consolida i dati ricevuti dagli Stati Membri e, attraverso metodologie armonizzate, assicura che essi siano comparabili.

Le statistiche presentate nell’annuario fanno riferimento a 22 regioni con dinamiche simili a quelle lombarde e ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Esse son tratte dalla base dati REGIO.

Le 22 regioni confrontate con la Lombardia sono state scelte tra le aree appartenenti alle categorie NUTS1 e NUTS2. Le categorie NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica sono definite da Eurostat

Per la scelta delle regioni che meglio possono essere confrontate con la Lombardia sono stati definiti i seguenti parametri:

  • Superficie
  • Popolazione
  • Densità demografica
  • Prodotto interno lordo
  • Prodotto interno lordo pro capite

E'  stato poi valutato un intorno di circa + / - 50% rispetto al valore lombardo; sono state scelte le regioni che presentavano il maggior numero di parametri nell’intorno considerato. Alcune regioni, pur non rientrando pienamente nei parametri richiesti, sono state aggiunte per mantenere un generale equilibrio tra i principali stati europei.

 

Data aggiornamento: 
Settembre, 2012