Indice
2. Reti infrastrutturali e impianti
3. Veicoli, traffico, incidenti, patenti
4. Traffico ferroviario e autoservizi
7. Utilizzo e soddisfazione del trasporto pubblico
8. Spese della Pubblica Amministrazione per i trasporti
I dati presentati in questa sezione fanno riferimento alle imprese di autolinee che operano nel trasporto pubblico locale, fornendo servizio urbano e interurbano. I dati sono tratti dal Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti. La consistenza delle aziende. Disaggregata a livello regionale, è presentata secondo classe dimensionale delle aziende, il tipo di servizio svolto e la classe di autobus.
Il Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, nato nel 1971, è prodotto dall'Ufficio di Statistica del Ministero in collaborazione con gli Uffici Centrali e Periferici, le altre Amministrazioni Pubbliche, l'Istat e numerosi Enti, Aziende ed Istituti di ricerca di settore. Il Compendio è inserito da oltre un decennio nei Programmi Statistici Nazionali dell'Amministrazione.
2. Reti infrastrutturali e impianti
I dati in questa sezione dell’Annuario hanno lo scopo di illustrare le caratteristiche delle infrastrutture dei trasporti in Italia. I dati sono tratti da diverse fonte, a seconda del tipo di informazione osservata:
Vengono presentati in primo luogo gli indicatori delle dotazioni infrastrutturali, calcolati dall’Istituto Tagliacarne con riferimento a diverse tipologie di infrastrutture. Le infrastrutture possono esserea prevalente utilizzo delle famiglie (“sociali”) oppure utilizzate sia dalle famiglie che dalle imprese ("miste" o “economiche”).
Per la costruzione degli indicatori, l’Istituto Tagliacarne si avvale di molteplici fonti, che riguardano
Vengono poi presentate alcune statistiche sulla rete stradale (di fonte Istat, ANAS e Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti), sulle caratteristiche degli aeroporti (ENAC Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti) e sulle caratteristiche della rete ferroviaria (Istat, Ferrovie dello Stato e Ferrovie Nord Milano).
3. Veicoli, traffico, incidenti, patenti
Le statistiche sul parco veicoli
Le statistiche sui veicoli sono prodotte dall’ACI – Automobile Club d’Italia e descrivono i seguenti fenomeni:
Si segnala che partire dal 2009 nelle statistiche sui veicoli non vengono più conteggiati i rimorchi e i semirimorchi con peso totale a terra inferiore a 3,5 tonn. per i quali già dal 2004 non c’è più obbligo di iscrizione al PRA. Di conseguenza la categoria “Altro” (dove sono inserite queste due categorie) ha subito una contrazione della consistenza del parco maggiore del 50%.
Il nuovo metodo di calcolo è apparso ragionevole e vantaggioso, facendo pur sempre notare che potrebbe esserci qualche scostamento tra il cosiddetto circolante teorico (iscritto al P.R.A.) e quello effettivamente vivente su strada. Tale diversità è dovuta ad una serie di fattori tra i quali si può menzionare il fatto che alcuni veicoli, pur essendo in circolazione, non sono iscritti al P.R.A.: si tratta dei veicoli iscritti in altri Registri quali ad esempio quello del Ministero della Difesa (targhe EI) o quello del Ministero degli Esteri (targhe CD) o altri. Tuttavia è da ritenere che il numero di tali veicoli non sia tale da modificare sensibilmente le caratteristiche del parco nel suo complesso.
Le statistiche sul traffico
I dati sul traffico presentati nell’annuario fanno riferimento al traffico nelle autostrade a pagamento e sono di fonte AISCAT - Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori.
Le statistiche sulle patenti
I dati sulle patenti rilasciate sono forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tramite la Direzione Generale per la motorizzazione (appartenente al Dipartimento per i Trasporti, la Navigazione ed i Sistemi Informativi e Statistici)
Gli incidenti stradali
L’informazione statistica sull’incidentalità è raccolta dall’Istat mediante una rilevazione totale a cadenza mensile di tutti gli incidenti stradali verificatisi sull’intero territorio nazionale che hanno causato lesioni alle persone (morti o feriti). A tale indagine collabora attivamente l’Aci.
Nel corso dell’anno 2007 è stato stipulato un Protocollo di Intesa tra l’Istat e l’Aci finalizzato a consolidare e sviluppare il rapporto di collaborazione in atto in materia di rilevazione e analisi statistica del fenomeno dell’incidentalità stradale, finalizzandolo in particolare a migliorare le procedure e le formule organizzative per la raccolta dei dati sugli incidenti stradali e favorire il coordinamento delle fonti per ottenere un dato statistico tempestivo ed affidabile.
La suddetta rilevazione è il frutto di un'azione congiunta e complessa tra una molteplicità di Enti: l'Istat, l'Aci, il Ministero dell'interno, la Polizia stradale, i Carabinieri, la Polizia provinciale, la Polizia municipale, gli Uffici di statistica dei comuni capoluogo di provincia e gli Uffici di statistica di alcune province che hanno sottoscritto una convenzione con l'Istat finalizzata alla raccolta, al controllo, alla registrazione su supporto informatico e al successivo invio all’Istituto dei dati informatizzati.
La rilevazione avviene tramite la compilazione del modello Istat Ctt/Inc denominato “Incidenti stradali” da parte dall'autorità che è intervenuta sul luogo (Polizia stradale, Carabinieri, Polizia provinciale, Polizia municipale) per ogni incidente stradale in cui è coinvolto un veicolo in circolazione sulla rete stradale e che comporti danni alle persone.
Il modello statistico, se compilato in modo corretto in ogni sua parte, contiene tutte le informazioni necessarie all’identificazione della localizzazione e della dinamica dell’incidente: data e luogo del sinistro, l’organismo pubblico di rilevazione, l’area o localizzazione dell’incidente (se nel centro urbano o fuori dell’abitato), la dinamica del sinistro, il tipo di veicoli coinvolti, le circostanze che hanno dato origine all’incidente e le conseguenze alle persone e ai veicoli.
Il campo di osservazione è costituito dall’insieme degli incidenti stradali verbalizzati da un’autorità di polizia, verificatisi sul territorio nazionale nell’arco di un anno solare, che hanno causato lesioni alle persone (morti o feriti).
In particolare, rientrano nel campo di osservazione tutti gli incidenti stradali verificatisi nelle vie o piazze aperte alla circolazione, nei quali risultano coinvolti veicoli (o animali) fermi o in movimento e dai quali siano derivate lesioni a persone. Sono esclusi, pertanto, dalla rilevazione i sinistri da cui non sono derivate lesioni alle persone, quelli che non si sono verificati nelle aree pubbliche di circolazione, cioè, in quelle aree come cortili, stazioni di servizio, depositi di mezzi di trasporto, strade ferrate riservate esclusivamente per il trasporto tranviario o ferroviario, eccetera e i sinistri in cui non risultano coinvolti veicoli (o animali).
Le norme internazionali (Eurostat, Ocse, Ece, ecc.), cui il nostro Paese si adegua, definiscono, infatti, l’incidente stradale come “quell’evento in cui è coinvolto almeno un veicolo in circolazione sulla rete stradale e che comporti danni alle persone”.
L’unità di rilevazioneè il singolo incidente stradale.
La rilevazione è riferita al momento in cui l’incidente si è verificato. E’ con riguardo a tale momento, quindi, che di ciascuna unità vengono considerati i caratteri e le modalità, le cause o le circostanze determinanti, le conseguenze sia per le persone che per le cose.
Le principali definizioni utilizzate nell’indagine sono:
I principali caratteri rilevati sono:
I principali indicatori dell’incidentalità stradale
La lettura dei dati assoluti sul numero di incidenti verificatisi sull’intera rete stradale italiana o su un particolare tratto di questa fornisce un’informazione parziale che occorre valorizzare per meglio interpretare il fenomeno incidentalità. È evidente che il numero assoluto di incidenti stradali tende ad aumentare man mano che aumenta il volume di circolazione in termini di veicoli, cioè la quantità di chilometri complessivamente percorsi dai veicoli in Italia.
Per un’analisi approfondita dell’incidentalità sarebbe utile disporre di un indicatore di frequenza dei sinistri calcolato come rapporto tra il numero di incidenti ed il volume di circolazione, ottenuto come prodotto dei veicoli circolanti per la percorrenza media chilometrica nell’anno.
Tuttavia, il secondo elemento è disponibile solo per le autostrade a pagamento ed è stimabile solo con un basso livello di approssimazione a livello nazionale; la sua disponibilità per aree più limitate richiederebbe la costruzione di sistemi di monitoraggio del volume di traffico nei tratti di strada più significativi, giornalmente e nelle diverse ore della giornata. In mancanza di rilevazioni sistematiche sul volume di circolazione si ricorre a stime basate sul numero di veicoli circolanti e sul consumo di carburante che comunque non tengono conto dei veicoli appartenenti a non residenti, dei percorsi e dei rifornimenti di benzina effettuati fuori del comune residenziale.
La non disponibilità di questi indicatori non permette un corretto confronto del livello di incidentalità tra le diverse tipologie di strade ed una corretta identificazione dei black spot(punti dove si è verificato un numero particolarmente elevato di sinistri).
I dati disponibili dalla rilevazione Istat consentono di calcolare, con riferimento alle diverse forme di sinistrosità, il numero di incidenti, morti e feriti. Con tali elementi si possono costruire alcuni rapporti utili all’interpretazione.
- Indice di mortalità stradale: tale rapporto contiene al numeratore il numero dei decessi come conseguenza degli incidenti e al denominatore il numero dei sinistri. Il parametro esprime, quindi, il numero medio di decessi verificatisi in un determinato anno, ogni 100 incidenti.
- Indice di lesività stradale : esprime il rapporto di lesività stradale (numero dei feriti).ogni 100 incidenti. Anche questo parametropuò essere considerato un indicatore di gravità (o di pericolosità) di incidenti, seppure limitato ai soggetti che, coinvolti in incidenti, non ne sono stati vittime.
- Altri parametri: finora ci si è riferiti al concetto di pericolosità media riguardante il sinistro. Se il riferimento è posto sulla persona, in quanto soggetto passivo ed attivo dell’incidentalità, possono costruirsi altri indicatori di pericolosità degli incidenti, come ilrapporto tra il numero dei morti e il numero degli infortunati:
- Il volume di circolazione: gli incidenti stradali si verificano in quanto i veicoli merci o passeggeri sono coinvolti in problemi di circolazione. Di conseguenza, per una comprensione più approfondita delle dinamiche dell’incidentalità, conviene introdurre un indicatore del volume di circolazione. Si può allora calcolare un parametro che rapporta il numerodi veicoli coinvolti negli incidenti al numero complessivo dei veicoli in circolazione. Il rapporto definisce una quantità che informa sul numero dei veicoli che rimangono coinvolti in sinistri per ogni unità di veicoli in circolazione. Si rileva, per inciso, che il numerodi veicoli in circolazione rappresenta anche la quantità di veicoli che, in quanto potenzialmente in grado di circolare, può generare o subire un incidente (esposizione al rischio di incidente). Questo è tuttavia un parametro grezzo, nel senso che non rappresenta correttamente l’esposizione al rischio di incidente per un veicolo. Un veicolo, infatti, pur essendo immesso nella circolazione stradale può esser tenuto fermo per diverse ragioni o comunque può circolare in misura ridotta. E dunque, per valutare l’esposizione al rischio effettiva, occorre misurare le reali percorrenze chilometriche effettuate dai veicoli. Per costruire un rapporto di sinistrosità più fine conviene allora considerare le percorrenze chilometriche svolte sia dei veicoli coinvolti in incidenti suddivise per le percorrenze chilometriche complessive dei veicoli in circolazione.
4. Traffico ferroviario e autoservizi
Questa sezione contiene alcune statistiche sui passeggeri trasportati in Lombardia sulla rete ferroviaria regionale FERROVIENORD. FERROVIENORD, che è la fonte di tali dati, gestisce più di 300 km di rete e 120 stazioni dislocate su cinque linee nell'hinterland a nord di Milano e nelle province di Milano, Varese, Como, Novara, Brescia, su cui transitano 800 treni al giorno (uno ogni tre minuti in arrivo e partenza da Cadorna, nelle ore di punta).
Accanto all’attività finalizzata alla circolazione dei treni, FERROVIENORD si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria della rete, del suo adeguamento e dell’assistenza ai lavori di potenziamento, nonché delle attivazioni di nuovi impianti.
Visono inoltre alcuni dati, disaggregati a livello regionale, riferiti al settore delle autolinee. Oltre ai viaggiatori trasportati, i dati riguardano la consistenza degli autobus, la capacità di trasporto e la percorrenza. Questi dati sono tratti dal Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, prodotto dall'Ufficio di Statistica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Le statistiche sul trasporto merci
I dati sul trasporto merci su strada sono rilevati dall’Istat tramite un’indagine che trae la propria fonte normativa dal Regolamento CE n. 1172/98 e successivi Regolamenti applicativi. La misurazione statistica del trasporto merci su strada fornisce informazioni sui flussi di trasporto e sulla tipologia e la quantità della merce trasportata. A partire dalla rilevazione relativa all’anno 2006, la metodologia di misurazione del fenomeno è stata oggetto di una complessiva revisione, volta a introdurre i necessari miglioramenti nella qualità e completezza delle statistiche prodotte. In particolare si è passati a uno schema di misurazione basato sui viaggi del veicolo, da cui si ottengono in via derivata i percorsi della merce; questo metodo assicura un migliore grado di accuratezza delle informazioni sui chilometri percorsi dalla merce e quindi sulle tonnellate–chilometro trasportate. È importante sottolineare che le innovazioni introdotte determinano una discontinuità rispetto ai dati riferiti agli anni precedenti il 2006, rendendo poco significativo il confronto tra le due serie di dati.
L’unità di analisi della rilevazione è costituita dal veicolo-settimana, vale a dire dal singolo autoveicolo immatricolato in Italia la cui attività viene osservata per una settimana.
L’universo di riferimento comprende tutti gli automezzi di portata utile non inferiore ai 35 quintali che, per le proprie caratteristiche tecniche, possono effettuare il trasporto di merci su strada (compresi i trattori stradali); sono esclusi gli automezzi appartenenti alla Pubblica Amministrazione, i veicoli militari e tutti i veicoli con un’età superiore agli 11 anni.
Le informazioni vengono rilevate sia presso gli operatori professionali del trasporto (imprese che hanno un’autorizzazione per operare in conto terzi), sia presso le imprese che detengono una licenza di trasporto in conto proprio.
L’autoveicolo per il trasporto merci può essere detenuto sia a titolo di proprietà che in base ad un contratto di leasing.
Il periodo di osservazione del fenomeno si estende a tutte le 52 settimane dell’anno per cui lo schema di rilevazione risulta continuo. Per ciascun automezzo incluso nella rilevazione vengono registrati i viaggi e le operazioni di carico e/o scarico delle merci durante una settimana.
L’archivio degli autoveicoli, che è alla base della rilevazione del trasporto merci su strada, è stato costruito utilizzando sia l’archivio detenuto dal Ministero delle finanze per le tasse automobilistiche, sia quello gestito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le immatricolazioni.
Dall’archivio, così costruito, si procede all’estrazione annuale della lista contenente gli automezzi campione e le anagrafiche delle imprese che ne risultano in possesso.
La rilevazione è di tipo campionario; il disegno prevede un campione stratificato di circa 66.000 unità di osservazione (rappresentate dagli autoveicoli) con tasso di campionamento variabile.
Gli indicatori regionali
Nell'ambito del progetto "Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-2008", l'Istat è impegnato a supportare l'attività di monitoraggio e valutazione del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006, attraverso la costruzione e l'aggiornamento di una base dati che comprende circa 160 indicatori socio-economici regionali (indicatori di contesto e variabili di rottura). Dal 21 dicembre 2007 sono inoltre disponibili gli indicatori del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, la cui base ha origine nell'evoluzione della banca dati degli indicatori regionali per le politiche di sviluppo.
Tale evoluzione, avviata nel precedente ciclo di programmazione comunitaria, ha prodotto una riorganizzazione degli indicatori, selezionati e articolati per 10 priorità (adeguate agli ambiti tematici del QSN 2007-2013 e secondo diverse aree tematiche.
Una delle aree tematiche fa riferimento ai trasporti e alla mobilità e comprende, fra molteplici indicatori, quelli relativi al trasporto merci.
I dati nazionali sul trasporto aereo, disaggregati per singolo aeroporto, sono forniti dall’ENAC, Ente Nazionale per l'Aviazione Civile. Istituito il 25 luglio 1997 con Decreto Legislativo n. 250/97 esso è l’unica Autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in Italia.
L'Enac si occupa dei molteplici aspetti della regolazione dell'aviazione civile, del controllo e vigilanza sull'applicazione delle norme adottate, della disciplina degli aspetti amministrativo-economici del sistema del trasporto aereo.
I questo annuario vengono inoltre presentati alcuni dati relativi al sistema aeroportuale lombardo, e cioè agli aeroporti di Linate (Milano), Malpensa (Milano) e Orio al Serio (Bergamo). Tali dati sono rilevati da Assaeroporti (Associazione Italiana Gestori Aeroporti).
7. Utilizzo e soddisfazione del trasporto pubblico
Le statistiche sull’utilizzo del trasporto pubblico da parte dei cittadini e della loro soddisfazione sono tratte dall’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana”.
Questa indagine fa parte di un sistema integrato di indagini sociali – le Indagini Multiscopo sulle famiglie – rileva le informazioni fondamentali relative alla vita quotidiana degli individui e delle famiglie. A partire dal 1993, l’indagine viene svolta ogni anno e le informazioni raccolte consentono di conoscere le abitudini dei cittadini e i problemi che essi affrontano ogni giorno. Aree tematiche variegate si susseguono nei questionari, permettendo di capire come vivono gli individui e se sono soddisfatti del funzionamento di quei servizi di pubblica utilità che devono contribuire al miglioramento della qualità della vita. Scuola, lavoro, vita familiare e di relazione, abitazione e zona in cui si vive, tempo libero, partecipazione politica e sociale, salute, stili di vita e rapporto con i servizi sono indagati in un'ottica in cui oggettività dei comportamenti e soggettività delle aspettative, delle motivazioni, dei giudizi contribuiscono a definire l’informazione sociale.
L'indagine rientra tra quelle comprese nel Programma statistico nazionale, che raccoglie l'insieme delle rilevazioni statistiche necessarie al Paese.
Essa è condotta su un campione di 24mila famiglie (per un totale di circa 54mila individui) distribuite in circa 850 Comuni italiani di diversa ampiezza demografica. Ogni famiglia viene estratta con criterio di scelta casuale dalle liste anagrafiche comunali, secondo una strategia di campionamento volta a costituire un campione statisticamente rappresentativo della popolazione residente.
L'indagine si svolge nel mese di febbraio di ogni anno. Un rilevatore comunale si reca presso le abitazioni delle famiglie munito di cartellino identificativo per rivolgere alcune domande ai componenti del nucleo familiare.
8. Spese della Pubblica Amministrazione per i trasporti
Così come altri dati relativi al sistema dei trasporti, anche le informazioni sulla spesa della Pubblica Amministrazione rilasciati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e sono disponibili nel volume Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’annuario contiene anche una serie di dati che hanno l’obiettivo di posizionare la Lombardia all’interno del contesto europeo confrontandola con altre regioni e con altre nazioni.
I dati sono di fonte Eurostat (Ufficio Statistica dell’Unione Europea), il cui ruolo principale è produrre e divulgare informazioni statistiche ufficiali a livello europeo. Eurostat non effettua la raccolta dati; i dati sono raccolti direttamente dalle autorità statistiche degli Stati Membri, le quali producono le statistiche nazionali di carattere ufficiale e ne curano la trasmissione a Eurostat. Eurostat consolida i dati ricevuti dagli Stati Membri e, attraverso metodologie armonizzate, assicura che essi siano comparabili.
Le statistiche presentate nell’annuario fanno riferimento a 22 regioni con dinamiche simili a quelle lombarde e ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Esse son tratte dalla base dati REGIO.
Le 22 regioni confrontate con la Lombardia sono state scelte tra le aree appartenenti alle categorie NUTS1 e NUTS2. Le categorie NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica sono definite da Eurostat
Per la scelta delle regioni che meglio possono essere confrontate con la Lombardia sono stati definiti i seguenti parametri:
E' stato poi valutato un intorno di circa + / - 50% rispetto al valore lombardo; sono state scelte le regioni che presentavano il maggior numero di parametri nell’intorno considerato. Alcune regioni, pur non rientrando pienamente nei parametri richiesti, sono state aggiunte per mantenere un generale equilibrio tra i principali stati europei.