Indice
3. Bilancia dei pagamenti turistica
1. Strutture ricettive
Gli esercizi ricettivi
L’Istat rileva i dati attraverso l'indagine sulla “Capacità degli esercizi ricettivi”, un'indagine censuaria condotta annualmente con l'obiettivo di misurare la consistenza esercizi ricettivi presenti sul territorio nazionale ripartiti tra strutture alberghiere, strutture complementari ed alloggi privati in affitto:
Gli esercizi alberghieri includono gli alberghi classificati in cinque categorie distinte per numero di stelle (in ordine decrescente) e le residenze turistico-alberghiere.
Gli esercizi complementari comprendono: i campeggi, i villaggi turistici, gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, gli alloggi agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini, le altre strutture ricettive;
Gli alloggi privati in affitto: vengono distinti tra bed & breakfast e altri alloggi privati.
L’unità di analisi è costituita dagli esercizi ricettivi presenti sul territorio nazionale; le informazioni sono raccolte a livello di singolo comune.
L’indagine prende in considerazione le seguenti variabili: il numero degli esercizi per ciascuna tipologia di esercizio, il numero dei letti, delle camere e dei bagni per quanto riguarda gli esercizi alberghieri; il numero dei posti letto per gli esercizi complementari e per gli alloggi privati in affitto. A partire dai dati relativi al 2008, il dettaglio informativo è stato ampliato e include i dati elaborati per classe dimensionale delle strutture alberghiere (classificate sulla base del numero delle camere).
Per “Capacità” si intende la “Capacità lorda”, ossia il numero di strutture ricettive che sono state aperte durante l’anno, anche se solo per un breve periodo. Devono essere pertanto inclusi nel computo non solo gli alloggi che sono stati aperti tutto l’anno, ma anche quelli che hanno svolto solo attività stagionale; devono ovviamente essere esclusi gli esercizi che non hanno osservato alcun periodo di apertura.
La capacità (camere, letti e bagni) relativa alle dipendenze viene conteggiata unitamente a quella della casa madre, anche nel caso in cui la categoria (numero di stelle) è diversa.
I dati sulla capacità ricettiva sono misurati secondo le specifiche definite a livello comunitario e fissate tramite la Direttiva 1995/57/CE sulle statistiche del turismo.
La rilevazione si avvale della compartecipazione delle Regioni o delle Province. La raccolta dei dati è affidata agli Uffici di statistica costituiti, ai sensi del d.lgs. n. 322/1989, presso le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Essi, in qualità di organi intermedi di rilevazione, acquisiscono, laddove non ne siano in possesso, le informazioni presso gli enti territoriali e gli organismi competenti in materia di turismo operanti nel territorio di rispettiva competenza. Se richiesto da particolari assetti organizzativi a livello regionale, sono coinvolti nell’attività di rilevazione anche gli Assessorati competenti ovvero altre strutture che operano in ambito regionale nel settore del turismo.
L’agriturismo
In Italia, l'attività agrituristica viene definita come attività di "ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, di cui all’articolo 2135 del codice civile anche nella forma di società di capitali o di persone oppure associati fra loro, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali”.
La legge stabilisce che rientrano fra le attività agrituristiche:
Ciascuna Regione e Provincia autonoma definisce e caratterizza l’attività agrituristica, emanando appositi provvedimenti legislativi accompagnati da regolamenti attuativi.
In base alla legislazione nazionale e regionale, l’agriturismo rientra comunque a pieno titolo fra le attività agricole.
L’Istat rileva i dati sulla consistenza e sulle caratteristiche delle aziende agricole autorizzate all’esercizio di una o più tipologie di attività agrituristica (alloggio, ristorazione, degustazione e altre attività), sulla base dei dati tratti dagli archivi amministrativi delle Regioni e Province autonome e di altre amministrazioni pubbliche.
Gli archivi contengono informazioni di natura anagrafica, territoriale e sull'attività svolta. Con riferimento all’attività le informazioni raccolte riguardano il tipo di ospitalità autorizzato (alloggio, ristorazione, degustazione), la presenza di autorizzazione per altre attività o servizi (equitazione, trekking, corsi vari, ecc.), la durata dell'attività agrituristica e l'eventuale vendita di prodotti agricoli e/o alimentari.
2. Movimenti turistici
L'indagine "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”
L’Istat rileva e divulga i dati sugli arrivi e sulle presenze dei turisti delle strutture ricettive.
L’Istat rileva i dati attraverso l'indagine "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi", che è un’indagine censuaria condotta mensilmente.
Così come per l’indagine sulle strutture ricettive, anche in questo caso l’unità di rilevazione è costituita dagli esercizi ricettivi ripartiti tra strutture alberghiere, strutture complementari e alloggi privati inaffitto.
La rilevazione sul movimento dei clienti registra, per ciascun mese e per ciascun comune, gli arrivi e le presenze dei clienti italiani e stranieri secondo la categoria di esercizio e il tipo di struttura, secondo il paese di residenza nel caso degli stranieri e la provincia e/o regione di residenza per i clienti italiani.
Le informazioni vengono raccolte con appositi modelli di rilevazione, compilati dai titolari degli esercizi e trasmessi agli enti locali del turismo.
Per la rilevazione l’Istat si avvale di organi intermedi, quali gli Uffici di statistica, inseriti nel Sistema statistico, nazionale degli enti territoriali competenti in materia di turismo o altri enti ed organismi territoriali competenti in materia, non facenti parte del Sistema statistico nazionale ai sensi degli artt. 2 e 4 del d.lgs. n. 322/1989.
Va tenuto presente che le informazioni sui movimenti di turisti nelle strutture ricettive danno conto solamente del fenomeno dei visitatori che indirizzano una domanda di alloggio alle strutture stesse e pertanto non sempre riguardano il fenomeno nella sua dimensione complessiva.
L’indagine “Viaggi, vacanze e vita quotidiana”
Con riferimento ai movimenti turistici l’Istat conduce anche l’indagine “Viaggi, vacanze e vita quotidiana”, che fa parte di un sistema integrato di indagini sociali: le Indagini Multiscopo sulle famiglie, i cui risultati vengono rilasciati disaggregati a livello regionale.
Si tratta di una indagine trimestrale, che ha preso avvio nel 1997 con la ristrutturazione del Sistema informativo nazionale delle statistiche sul turismo e si inserisce nell’ambito del processo di armonizzazione europeo (Direttiva 95/57/Ce5 del 23 novembre 1995).
I dati dell’indagine “Viaggi, vacanze e vita quotidiana”vengono raccolti direttamente presso le famiglie, ovvero dal lato della domanda, e integrano e completano i dati sul turismo, dal lato dell’offerta, riferiti ai movimenti turistici nelle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere.
Vengono rilevate le vacanze i viaggi per lavoro effettuati dai residenti sia all’interno del territorio nazionale (domestic tourism flows) che verso l’estero (outbound o outgoing tourism flows), che non vengono rilevati dal lato dell’offerta turistica.
L’indagine permette inoltre di colmare la mancanza di informazione relativa ai pernottamenti effettuati in strutture private che sfuggono alle rilevazioni condotte dal lato delle imprese ricettive (offerta turistica). Questo è un aspetto del fenomeno turistico particolarmente rilevante nella realtà italiana, considerando che più della metà dei soggiorni turistici effettuati annualmente dai residenti e oltre il 65 per cento delle presenze turistiche interne è trascorso in alloggi privati, per lo più come ospiti di parenti o amici o soggiornando nelle seconde case o in abitazioni affittate. Questi dati assumono particolare rilievo poiché costituiscono l’unica fonte ufficiale per valutare la quota di “sommerso”.
Il turismo è definito, a livello europeo, dall’insieme delle attività e dei servizi riguardanti le persone che si sono spostate al di fuori del loro “ambiente abituale”, per trascorrere un periodo di tempo in vacanza oppure per motivi di lavoro. Costituiscono, pertanto, flusso turistico soltanto i viaggi e gli spostamenti effettuati al di fuori dell’ambiente abituale, dove per “ambiente abituale” va inteso, oltre al luogo dove si vive, anche qualsiasi altra località frequentata settimanalmente con soste di almeno un pernottamento.
Ai fini dell’individuazione dei flussi turistici, vengono, pertanto, esclusi i viaggi abitualmente effettuati con pernottamento nella stessa località con frequenza minima settimanale. I viaggi “abituali” sono comunque rilevati dall’indagine, anche se sono esclusi dalle stime finali sui flussi turistici.
Sono altresì esclusi i soggiorni con durata superiore ai 12 mesi consecutivi e i soggiorni per lavoro per i quali la persona è remunerata nella località visitata.
La categoria di viaggi denominati di “vacanza” comprende i viaggi effettuati sia per trascorrere soggiorni di piacere, riposo, svago, relax sia per altri motivi personali come visitare parenti e/o amici, per motivi religiosi o per cure termali o trattamenti di salute.
I contenuti informativi dell’indagine riferiti alle vacanze e ai viaggi di lavoro riguardano il numero dei viaggi e le caratteristiche di ogni singolo viaggio con riferimento al motivo del viaggio, alla destinazione, alla data di inizio, alla durata, all’organizzazione, al tipo di alloggio, alla spesa.
L’indagine è condotta con tecnica CATI (Computer assisted telephone interview) su un campione annuo di 14.000 famiglie attraverso quattro rilevazioni trimestrali ciascuna su 3.500 famiglie. Le quattro rilevazioni sono effettuate nei mesi di aprile, luglio, ottobre e gennaio. Viene realizzata un’intervista telefonica diretta, per ciascuna famiglia, ad una persona di almeno 18 anni, che risponde, poi, in modalità proxy per gli altri componenti della famiglia. L’intervista prevede, per ciascun componente, la raccolta di informazioni sui singoli viaggi da lui effettuati nel trimestre di riferimento.
3. Bilancia dei pagamenti turistica
La bilancia dei pagamenti turistica è la parte della bilancia dei pagamenti che registra le transazioni internazionali in beni e servizi costituenti spese turistiche. Nello schema standard fissato dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) è rappresentata della voce "Travel" ("Viaggi" nella bilancia dei pagamenti italiana), la quale riporta nei crediti le spese turistiche che i viaggiatori non residenti hanno effettuato nel nostro paese e nei debiti le spese turistiche che i viaggiatori residenti hanno effettuato al di fuori del nostro paese.
Le informazioni per il calcolo della bilancia dei pagamenti turistica vengono raccolte mediante l’indagine campionaria sul turismo internazionale dell'Italia, avviata nel 1996. Fino al2007 essa è stata condotta dall'Ufficio Italiano dei Cambi, ente confluito nella Banca d'Italia il 1 gennaio 2008.
La dimensione dell'indagine e il suo disegno campionario consentono la produzione di statistiche analitiche, caratterizzate da un elevato grado di qualità, su molteplici aspetti del turismo internazionale del paese, in linea con gli standard metodologici fissati dagli organismi internazionali.
Motivazioni e obiettivi dell'indagine
La dimensione dei flussi turistici internazionali, se da un lato evidenzia la rilevanza che il fenomeno assume in Italia, dall'altro implica l'istituzione di un complesso sistema di rilevazione, che superi le difficoltà derivanti dal cospicuo numero di soggetti coinvolti, sia in termini d'offerta (in primo luogo le strutture ricettive) sia in termini di domanda (i viaggiatori). Ulteriori difficoltà per la stima delle spese turistiche sono rappresentate, da un lato, dal completamento della liberalizzazione degli scambi commerciali e finanziari con l'estero, dall'altro, dagli accordi di Schengen, che hanno abolito i controlli alle frontiere tra i paesi aderenti.
Gli obiettivi perseguiti con il sistema di rilevazione sono essenzialmente:
La metodologia dell'indagine
La tecnica adottata per la raccolta dei dati per la bilancia turistica è denominata in letteratura inbound-outbound frontier survey, consistente nell’intervistare un campione rappresentativo dei viaggiatori, residenti e non residenti, in transito alle frontiere italiane e nell'effettuare conteggi qualificati allo scopo di determinare il numero e la nazionalità dei viaggiatori in transito.
Il campionamento è effettuato in modo indipendente presso ogni tipo di frontiera (strade, ferrovie, aeroporti e porti internazionali), in punti di frontiera selezionati come rappresentativi.
La logica generale dell'indagine prevede la stima della spesa per il turismo internazionale in Italia attraverso l'effettuazione di due operazioni distinte ai punti di frontiera prescelti: il conteggio qualificato e l'intervista.
I conteggi qualificati sono prevalentemente realizzati con la tecnica del campionamento sistematico, cioè con l'osservazione di una unità ogni n, con n prefissato. Essi forniscono, per ogni punto di frontiera campionato, il numero di viaggiatori internazionali disaggregato per paese di residenza. L'attività di conteggio è resa necessaria dall'indisponibilità di informazioni amministrative sui flussi fisici dei viaggiatori con la copertura e la tempestività richiesta.
Le interviste, di tipo face to face, forniscono la stima della spesa ed un insieme di attributi che consentono la sua disaggregazione e qualificazione. Sono effettuate mediante un questionario strutturato somministrato ad un campione casuale di viaggiatori, intervistati in coincidenza del termine del soggiorno all'estero. Tale tecnica comporta minori difficoltà nel ricordo delle spese sostenute da parte del viaggiatore rispetto, ad esempio, alle indagini telefoniche condotte un certo tempo dopo l'effettuazione del viaggio. Il questionario è unico per tutti i punti di frontiera.
Le principali informazioni - con vari livelli di dettaglio - richieste al viaggiatore intervistato riguardano:
Nel 2008 sono state realizzate circa 145.000 interviste, pari a circa all'1,1 per mille dei viaggiatori italiani e stranieri che attraversano le frontiere del paese e circa 1.550.000 conteggi qualificati di viaggiatori. Il campione è stratificato secondo variabili differenti per ciascun tipo di frontiera.
La variabile di stratificazione "direzione", con i due livelli "verso Italia" e "verso estero" e la variabile "tipo di vettore", con quattro livelli (stradale, ferroviario, aereo e marittimo), sono rilevate esaustivamente, sono cioè intervistati viaggiatori italiani e stranieri in tutte le tipologie di frontiera. Il punto di frontiera presenta 80 livelli (37 punti stradali, 7 ferroviari, 25 aeroporti e 11 porti).
L’annuario contiene anche una serie di dati che hanno l’obiettivo di posizionare la Lombardia all’interno del contesto europeo confrontandola con altre regioni e con altre nazioni.
I dati sono di fonte Eurostat (Ufficio Statistica dell’Unione Europea), il cui ruolo principale è produrre e divulgare informazioni statistiche ufficiali a livello europeo. Eurostat non effettua la raccolta dati; i dati sono raccolti direttamente dalle autorità statistiche degli Stati Membri, le quali producono le statistiche nazionali di carattere ufficiale e ne curano la trasmissione a Eurostat. Eurostat consolida i dati ricevuti dagli Stati Membri e, attraverso metodologie armonizzate, assicura che essi siano comparabili.
Le statistiche presentate nell’annuario fanno riferimento a 22 regioni con dinamiche simili a quelle lombarde e ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Esse son tratte dalla base dati REGIO.
Le 22 regioni confrontate con la Lombardia sono state scelte tra le aree appartenenti alle categorie NUTS1 e NUTS2. Le categorie NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica sono definite da Eurostat
Per la scelta delle regioni che meglio possono essere confrontate con la Lombardia sono stati definiti i seguenti parametri:
E' stato poi valutato un intorno di circa + / - 50% rispetto al valore lombardo; sono state scelte le regioni che presentavano il maggior numero di parametri nell’intorno considerato. Alcune regioni, pur non rientrando pienamente nei parametri richiesti, sono state aggiunte per mantenere un generale equilibrio tra i principali stati europei.