Indice
1. Conti economici territoriali (ISTAT)
2. Stime realizzate dall’Istituto Tagliacarne
1. Conti economici territoriali (ISTAT)
1.1 I conti economici nazionali
Il Sistema dei conti economici nazionali descrive in termini quantitativi e sotto forma contabile l’attività economica e finanziaria di un paese o di sue determinate ripartizioni territoriali, per periodi di solito coincidenti con l’anno solare o per periodi temporali più brevi.
Lo scopo essenziale di un sistema di contabilità macroeconomica è quello di classificare la complessa attività economica, di sintetizzarla in un ristretto numero di aggregati fondamentali e di esporla in un quadro organico d'insieme rappresentativo dei circuiti economici.
Come avviene, dunque, per ogni unità economicamente organizzata, impresa o famiglia, anche per il paese considerato nel suo complesso si possono costituire periodicamente dei conti che registrano in forma aggregata ed in modo sistematico le molteplici azioni svolte dai vari soggetti economici che operano nell’ambito dei processi di formazione, distribuzione ed impiego delle risorse.
L'insieme dei conti riferiti al paese è retto da una serie di relazioni del tipo "identità". La denominazione di conto trae origine proprio dal fatto che ogni aspetto della vita economica può essere registrato nelle sezioni di un conto che rileva entrate e uscite secondo schemi che si richiamano ai metodi contabili delle imprese.
In particolare, il metodo di registrazione dei flussi economico-finanziari adottato dalla contabilità nazionale è quello basato sulle regole della partita quadrupla in quanto nella maggior parte delle operazioni intervengono due unità istituzionali (ad esempio, famiglie e amministrazioni pubbliche). Si tratta di un susseguirsi di conti che mettono in evidenza come si forma, si distribuisce, si impiega il reddito, come si accumula il risparmio, quali sono le forme di finanziamento delle attività e quali le posizioni del paese rispetto al resto del mondo, nonché quali sono i circuiti, le interdipendenze e le relazioni di comportamento tra i vari settori che operano all’interno del paese stesso.
Le stime sono prodotte secondo gli schemi dei conti e le regole di registrazione previsti dal Sistema Europeo dei conti economici integrati denominato Sec95.
La serie dei conti stimati secondo il sistema Sec95,che parte dal 1995, non è confrontabile con la precedente. Anche l'adozione delle definizioni del Sec95 e della nuova classificazione delle attività economiche, Nace Rev.1, contribuiscono a produrre differenze di qualche rilievo tra i nuovi dati e quelli riferiti al 1995 calcolati in precedenza secondo il sistema di contabilità Sec79.
Le elaborazioni per la stima dei conti nazionali richiedono un processo continuo di aggiornamento delle fonti statistiche e delle metodologie di stima a supporto di queste. I dati di contabilità nazionale sono, quindi sottoposti a revisioni annuali e straordinarie. Quest’ultime sono effettuate ogni 5 anni (negli anni che terminano con 0 e 5, secondo gli accordi definiti in ambito comunitario) e comportano inizialmente la stima dei diversi aggregati per l’anno di benchmark, anno in cui generalmente sono disponibili un maggior numero di fonti informative e rispetto al quale sono riconsiderate tutte le metodologie di stima. I cambiamenti che ne derivano sono poi implementati sull’intera serie storica dei conti nazionali. L’anno di benchmark dell’attuale serie dei conti economici è il 2000.
Le revisioni annuali, invece, riguardano generalmente i tre anni immediatamente precedenti l’ultimo anno di stima e sono effettuate principalmente per adeguare le stime alla base informativa più aggiornata. La programmazione delle stime annuali relative ai diversi aggregati di contabilità nazionale è scaglionata sull’intero anno solare. I dati sui principali aggregati macroeconomici sono inizialmente diffusi alla fine di febbraio, in ottemperanza al regolamento comunitario che disciplina la trasmissione dei dati all’ufficio statistico europeo (Eurostat).
I dati sul conto delle risorse e degli impieghi presentano la sequenza dei conti relativi alle operazioni correnti. Essi si riferiscono a formazione, distribuzione e redistribuzione del reddito, nonché alla sua utilizzazione sotto forma di impieghi finali e permettono di calcolare il risparmio, che costituisce il fattore essenziale dell’accumulazione.
Gli aggregati a prezzi correnti sono espressi ai prezzi al produttore, ai prezzi base e al costo dei fattori. Si ricorda che il prezzo al produttore è quello che quest’ultimo può ricevere dall’acquirente per un’unità di bene o servizio prodotto comprensivo, quindi, delle eventuali imposte da pagare su quelle unità quale conseguenza della produzione e della vendita (imposte sui prodotti); sono esclusi dal prezzo gli eventuali contributi da ricevere su quell’unità in conseguenza della sua produzione o della sua vendita (contributi ai prodotti).
Il prezzo base è il prezzo che il produttore può ricevere dall’acquirente, dedotte le eventuali imposte da pagare su quella unità ma comprensivo di ogni eventuale contributo da ricevere.
Si sottolinea che l’Istat dà un maggior rilievo alla valutazione del valore aggiunto espresso ai prezzi base in quanto quest’ultimo misura l’ammontare effettivo ricevuto dal produttore.
La valutazione dell’unità di bene o servizio prodotta al costo dei fattori è comprensiva dei contributi ai prodotti e alla produzione; sono escluse le imposte sui prodotti e le imposte sulla produzione.
Gli aggregati valutati in termini reali sono espressi ai prezzi dell’anno precedente e a prezzi concatenati con anno di riferimento 2000. In accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari, la contabilità nazionale italiana, a partire dall’ultima revisione straordinaria dei conti economici nazionali, datata dicembre 2005, ha introdotto il metodo degli indici a catena per la misura delle dinamiche reali degli aggregati economici.
Gli indici a catena utilizzano le misure in volume che, per ciascun anno di riferimento della stima, sono ottenute sulla base dei prezzi dell’anno precedente (ad esempio, le stime del 2007 sono basate sui prezzi del 2006, le stime del 2006 sulla base dei prezzi del 2005 e così via). Alle stime ai prezzi dell’anno precedente, si applica la tecnica del concatenamento che consente di ottenere degli indici relativi all’anno di riferimento 2000 (2000=100); moltiplicando i suddetti indici per i valori correnti dell’anno 2000 si ottengono le serie concatenate espresse in termini monetari. In sintesi, il concatenamento consiste nell’aggiornamento annuale del sistema di ponderazione e ciò consente di misurare le dinamiche degli aggregati di contabilità nazionale in modo da garantire una maggiore attinenza con le dinamiche reali dei fenomeni economici. In passato, si utilizzava un sistema di ponderazione fisso basato sui prezzi di un anno base.
I dati sull’occupazione riguardano gli occupati interni e le unità di lavoro. Ciascuna delle suddette misure fornisce una diversa informazione del contributo del fattore lavoro al processo di produzione: gli occupati interni rappresentano il numero delle persone fisiche occupate; le unità di lavoro misurano il numero teorico di lavoratori a tempo pieno stimato a partire dall’insieme di attività lavorative svolte da ciascun occupato. Le unità di lavoro, tuttavia, rappresentano la misura di riferimento degli aggregati economici (Pil, valore aggiunto,redditi e altro).
I consumi finali delle famiglie sono pubblicati dall’Istat per due classificazioni di tipo funzionale che raggruppano in categorie omogenee rispetto al tipo di bisogno che si intende soddisfare la spesa per l’acquisto dei beni e servizi: la classificazione Coicop (Classificazione dei consumi individuali per funzione) a 3 cifre e quella, derivata dalla Coicop, distinta in 58 funzioni di consumo (classificazione Istat). La spesa per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie seguono le classificazioni internazionali Cofog (Classificazione delle funzioni delle amministrazioni pubbliche) e Copni (Classificazione delle funzioni delle istituzioni senza scopo di lucro).
La spesa per consumi finali è registrata al prezzo di acquisto, ossia al prezzo che l'acquirente paga effettivamente per i prodotti al momento dell’acquisto, comprensivo delle eventuali imposte gravanti sul prodotto stesso.
Gli investimenti fissi lordi per prodotto sono diffusi per 6 tipi di attività in base ad una nuova classificazione (AN_F6) stabilita dal Regolamento del Parlamento Europeo n. 1392/2007 del 13 novembre del 2007. La nuova classificazione ridefinisce il contenuto delle sei tipologie di investimento e, al contempo, fornisce un maggior livello di dettaglio per i prodotti delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Gli investimenti fissi lordi, il capitale e gli ammortamenti per branca proprietaria sono diffusi per nove tipologie di beni capitali.
Gli aggregati in valore sono espressi in euro in tutte le tavole. Per i dati precedenti al 1° gennaio 2000, quando l’euro ancora non era stato introdotto, si adotta la dicitura “Eurolire” in quanto il passaggio dalle lire all’euro è stato effettuato sulla base del tasso di conversione fissato il 1° gennaio 1999 (1936,27 lire per euro). Tale procedura di calcolo ha consentito la riconduzione, in modo puntuale, dei valori monetari, precedentemente espressi in lire, in euro.
1.2 I conti economici regionali
Con l'adozione del Sec95, che è espressamente un sistema di conti nazionali e regionali, la produzione di dati regionali rientra fra gli obblighi imposti da regolamento comunitario.
l'Istat rilascia le stime complete dei conti economici regionali per l'anno t a distanza di circa 21 mesi, effettuando contestualmente la revisione delle stime dei due anni immediatamente precedenti (t-1 e t-2), così da adeguarle alla base informativa più aggiornata e riallinearle alla versione più recente dei conti nazionali.
Le tavole più aggiornate contengono quindi le prime stime complete relative al 2007, la revisione dei dati relativi al 2005-2006 coerenti con le stime nazionali pubblicate a marzo 2009, e le stime provvisorie relative al 2008 di alcuni aggregati: Pil, spesa delle famiglie per consumi finali, valore aggiunto, occupati interni, unità di lavoro e redditi da lavoro dipendente. Inoltre è stata effettuata la ricostruzione delle serie regionali per il periodo 1995-2000 coerenti con le serie storiche dei conti nazionali realizzate con l'ultimo benchmark.
Le stime a livello regionale riferite al 2008 sono definite provvisorie in quanto la base informativa, composta prevalentemente da indicatori indiretti, è meno robusta di quella dei conti completi diffusi a distanza di 21 mesi. Di conseguenza i dati sono diffusi a un livello di disaggregazione molto contenuto: gli aggregati di occupazione, valore aggiunto e redditi da lavoro dipendente sono analizzati in sole tre macrobranche (agricoltura, industria e servizi); la spesa delle famiglie per consumi finali contiene la disaggregazione in tre tipologie di prodotti (beni durevoli, beni non durevoli e servizi).
Gli aggregati regionali sono prodotti e pubblicati considerando distintamente le Province Autonome di Bolzano-Bozen e Trento che, ai sensi del Regolamento n. 1059/2003 del Parlamento Europeo, sono considerate al 2° livello della Nomenclatura europea delle unità statistiche territoriali (NUTS), al rango delle altre 19 regioni italiane.
Le metodologie per la realizzazione delle stime territoriali si diversificano non solo in relazione alle variabili oggetto di stima ma anche in base alle disaggregazioni territoriali di riferimento e al differimento temporale con il quale esse vengono realizzate.
Per la stima delle unità di lavoro viene seguito l’approccio “diretto”, che prevede, così come nelle stime dei Conti regionali completi, l’uso combinato dell’informazione sui fenomeni occupazionali, ricavabile dall’indagine campionaria sulle Forze di lavoro condotta presso le famiglie, con gli archivi dell’INPS, costruiti sulla base dei modelli DM10, presentati dalle imprese per il versamento dei contributi previdenziali ai propri dipendenti.
L’approccio econometrico è utilizzato per la stima degli altri aggregati. Per il Pil, fra gli altri indicatori indiretti, viene utilizzata la stessa stima delle unità di lavoro; la stima della spesa delle famiglie per consumi finali è costruita utilizzando anche indicatori diretti derivanti dalla rilevazione dell’Istat sui Bilanci di famiglia.
Il modello econometrico utilizzato è uno sviluppo di quello costruito in collaborazione con il dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Udine e presentato alla VI Conferenza Nazionale di Statistica
Per gli anni t-2, t-3, ecc., precedenti l’ultimo della serie, l’apparato informativo di base è completo, sicché è possibile utilizzare approcci diretti di stima per tutti gli aggregati e, conseguentemente, produrre dati più dettagliati.
Nella versione “completa” dei conti regionali a t+21 mesi, la stima dell’input di lavoro costituisce un elemento cardine, quale strumento per garantire la “esaustività” delle stime del prodotto (incorporando nel Pil regionale anche una stima dell’economia non osservata), dei redditi da lavoro dipendente e degli investimenti fissi lordi. Per la maggior parte delle branche la stima di questi aggregati è ottenuta attribuendo alle unità di lavoro valori medi procapite, stimati attraverso le indagini di base presso le imprese. Fanno eccezione le stime riguardanti le amministrazioni pubbliche, per le quali sono utilizzati i relativi bilanci e i dati della Ragioneria Generale dello Stato; le stime relative al settore del credito, soprattutto per la valutazione dei servizi d’intermediazione finanziaria indirettamente misurati, per le quali si utilizzano dati della Banca d’Italia su tassi d’interessi attivi e passivi, depositi, impieghi e sofferenze; le stime relative al settore primario per il quale si stimano i volumi di produzione per gruppi di prodotti agricoli e zootecnici.
Per la maggior parte delle stime riguardanti la spesa delle famiglie per consumi finali si utilizzano, in misura consistente, i risultati dell’indagine campionaria dell’Istat sui consumi delle famiglie. I dati vengono trattati con una tecnica di smoothing per ridurre l’effetto degli errori campionari. Per quanto attiene i consumi delle famiglie, oltre a questo elemento, concorrono i dati aggiornati sulle immatricolazioni regionali di autoveicoli per la stima della spesa relativa all’acquisto di mezzi di trasporto e la disponibilità di dati aggiornati sul settore assicurativo.
SI segnala che le somme dei dati regionali e ripartizionali differiscono dal dato riferito al totale nazionale a causa delle attività economiche non attribuibili a specifici territori regionali (es: ambasciate italiane all'estero, piattaforme marine per l'estrazione di idrocarburi). Per effetto degli arrotondamenti in migliaia o in milioni operati direttamente dall'elaboratore, i dati delle tavole possono non coincidere tra loro per qualche unità (di migliaia o di milioni).
Qui di seguito sono indicate le fonti di carattere generale utilizzate per gli aggregati rilasciati.
Oltre agli aspetti illustrati, è utile evidenziare l’ulteriore elemento relativo all’informazione di base costituito dall’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), utilizzato come strumento d’integrazione a livello micro delle informazioni contenute nell’archivio INPS-DM10 e nei bilanci delle società di capitali (BSC), e non solo in funzione di fonte diretta di stima dei dati di occupazione. . Dall’Archivio vengono desunte informazioni per la corretta imputazione dell’attività economica delle imprese da un lato e per la stima del numero degli addetti in esse operanti in posizione di indipendenti dall’altro.
Fonti di carattere generale utilizzate nei conti regionali “completi” a t+21 mesi:
Occupati presenti e Unità di lavoro: Indagine sulle forze di lavoro (IFL)
Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA)
Archivi INPS sui DM 10
Redditi da lavoro dipendente: Indagine sul Sistema dei Conti delle Imprese (SCI)
Archivi INPS sui DM 10
Valore aggiunto e investimenti: Indagine sul Sistema dei Conti delle Imprese (SCI)
Indagine sulle Piccole e Medie Imprese(PMI)
Bilanci delle società di capitali (BSC)
Spesa delle famiglie per consumi finali: Indagine sui consumi delle famiglie
Si ricorda che dall’Archivio INPS-DM10 si possono dedurre solo dati di occupazione dipendente.
2. Stime realizzate dall’Istituto Tagliacarne
Sulla base della nuova serie storica dei conti economici regionali elaborata dall'ISTAT (Sec95), viene annualmente effettuata dall'Istituto Tagliacarne un'ulteriore disaggregazione territoriale, sia a livello provinciale che regionale, del valore aggiunto e del prodotto interno lordo al costo dei fattori.
Queste stime provinciali vengono effettuate dall'Istituto Tagliacarne da molti anni, subendo nel tempo modifiche metodologiche e adattamenti alle serie di dati di contabilità nazionale e regionale elaborate dall'ISTAT. Analizzando la serie storica occorre quindi tener conto di queste successive modificazioni.
In generale, la produzione dei dati provinciali si basa sulle seguenti modalità di calcolo:
Il prodotto interno lordo al costo dei fattori, rappresentativo della massa complessiva di beni e servizi prodotti in ciascuna provincia, viene calcolato sommando i dati sul valore aggiunto dei singoli settori e sottraendo dal loro totale il duplicato costituito dal valore dei servizi bancari imputabili al sistema produttivo considerato nel suo complesso. Il valore aggiunto stimato riguarda le unità produttive che svolgono la propria attività all'interno della stessa area, compresi i servizi non destinabili alla vendita prevalentemente forniti dalla Pubblica Amministrazione intesa in senso lato.
Il valore aggiunto di ciascun settore, a sua volta, deriva dalla differenza tra il valore dei beni e servizi realizzati dalle varie unità di produzione e il corrispondente valore dei beni e servizi (detti anche intermedi) che, realizzati da altre unità di produzione, vengono destinati a quelle in esame per esservi ulteriormente trasformati.
Agricoltura, Foreste e Pesca
Il calcolo del valore aggiunto del settore primario viene eseguito determinando in primo luogo il valore della produzione vendibile dei singoli prodotti (agricoli, zootecnici, forestali) e sottraendo successivamente, dall'importo globale il valore dei consumi intermedi (concimi, antiparassitari, sementi selezionate, mangimi composti, energia motrice, ecc.) utilizzati nel processo produttivo.
Industria
In conseguenza della diversa natura del materiale statistico disponibile, il calcolo viene effettuato distinguendo le industrie in senso stretto da quelle delle costruzioni. Per ciascuno dei due settori si perviene alla stima del valore aggiunto senza passare, come fatto per l'agricoltura, attraverso una valutazione separata della produzione e dei costi sostenuti per l'acquisto di beni intermedi.
Il metodo della valutazione diretta viene impiegato soltanto con riferimento ai dati regionali e - limitatamente agli anni di esecuzione dei censimenti - anche a quelli provinciali. Per l'aggiornamento di questi ultimi si provvede invece alla costruzione di appositi indici di quantità relativi alle due principali variabili da cui dipende il valore aggiunto: l'impiego del fattore lavoro (espresso dal numero degli occupati) e l'impiego del capitale, rappresentato dai dati sul consumo di energiaelettrica (forniti da TERNA SpA).Alla sintesi tra i due indici si perviene utilizzando quali coefficienti di ponderazione le quote di incidenza che in ciascuna regione presentano rispettivamente, i redditi distribuiti al fattore lavoro e al capitale d'impresa, ivi compreso l'ammortamento.
Servizi
Il calcolo del valore aggiunto consiste prevalentemente nel disaggregare i dati regionali (o in alcuni casi nazionali) mediante appositi parametri che si ritengono rappresentativi del livello e della dinamica dell'aggregato relativo ai comparti in cui le attività dei servizi vengono convenzionalmente suddivise.
L’annuario contiene anche una serie di dati che hanno l’obiettivo di posizionare la Lombardia all’interno del contesto europeo confrontandola con altre regioni e con altre nazioni.
I dati sono di fonte Eurostat (Ufficio Statistica dell’Unione Europea), il cui ruolo principale è produrre e divulgare informazioni statistiche ufficiali a livello europeo. Eurostat non effettua la raccolta dati; i dati sono raccolti direttamente dalle autorità statistiche degli Stati Membri, le quali producono le statistiche nazionali di carattere ufficiale e ne curano la trasmissione a Eurostat. Eurostat consolida i dati ricevuti dagli Stati Membri e, attraverso metodologie armonizzate, assicura che essi siano comparabili.
Le statistiche presentate nell’annuario fanno riferimento a 22 regioni con dinamiche simili a quelle lombarde e ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Esse son tratte dalla base dati REGIO.
Le 22 regioni confrontate con la Lombardia sono state scelte tra le aree appartenenti alle categorie NUTS1 e NUTS2. Le categorie NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica sono definite da Eurostat
Per la scelta delle regioni che meglio possono essere confrontate con la Lombardia sono stati definiti i seguenti parametri:
E' stato poi valutato un intorno di circa + / - 50% rispetto al valore lombardo; sono state scelte le regioni che presentavano il maggior numero di parametri nell’intorno considerato. Alcune regioni, pur non rientrando pienamente nei parametri richiesti, sono state aggiunte per mantenere un generale equilibrio tra i principali stati europei.