06 - ISTRUZIONE

Dettagli: 

Indice

1. Istituzioni, imprese e dati di sintesi sull'istruzione

2. Scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione

3. Istruzione secondaria di II grado

4. Statistiche dell'istruzione universitaria

5. Alta formazione artistica e musicale

6. Regioni europee (Eurostat)

 

1. Istituzioni, imprese e dati di sintesi sull'istruzione

Le riforme dell’istruzione: una sintesi

Il sistema di istruzione nazionale è oggetto di una fase di riforma degli ordinamenti che interessa tutti gli ordini di scuola e che si realizzerà in un arco di tempo molto ampio.

Una prima riforma di ordinamento era stata definita tra il 2003 e il 2005 per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione ed aveva trovato attuazione graduale negli anni successivi; per la scuola secondaria di II grado era stata definita una riforma di ordinamento tra il 2005 e il 2007 senza che si concretizzasse in una fase applicativa.

Con la nuova legislatura sono state definite da apposite leggi (n. 133/2008, articolo 64 e legge 169/2008) obiettivi e criteri di attuazione della riforma del sistema di istruzione, secondo una linea di continuità e di razionalizzazione con quanto già definito per via normativa negli anni immediatamente precedenti.

Le riforme che hanno riguardato i diversi cicli di studio sono descritte in dettaglio nei paragrafi successivi, a seconda del ciclo di studi cui le riforme fanno riferimento.

Classificazione delle scuole

Le scuole italiane sono classificabili secondo lo schema riportato qui di seguito (di fonte MIUR):

Le diverse tipologie di scuola sono così definite:

  • Scuola statale: è la scuola gestita dallo stato
  • Scuola non statale - Per scuola non statale si intende una scuola non gestita dallo Stato. A seconda della natura dell'ente gestore si suddivide in pubblica e privata.
    • Scuola non statale pubblica: il gestore è il Comune, la Provincia o la Regione. Può essere paritaria o non paritaria. Sono scuole non statali pubbliche, equiparate a paritarie,  anche le Scuole della Regione Valle d’Aosta e delle Province autonome di Trento e Bolzano. In seguito all’autonomia esse sono gestite rispettivamente dalla Regione e dagli Enti provinciali con competenza diretta sull’istruzione.
    • Scuola non statale privata: quando è gestita da privati laici o religiosi. Può essere paritaria o non paritaria.

La scuola pubblica è definita dall’insieme della scuola statale e della scuola non statale pubblica.

  • Scuola paritaria: le scuole paritarie sono scuole non statali, pubbliche o private che, in base ai requisiti previsti dalla legge 62/2000, hanno richiesto e ottenuto dal Ministero (ora dall’Ufficio scolastico regionale) la parità e, pertanto, possono rilasciare titoli di studio come le scuole statali. Condizione essenziale per conseguire la parità è quella di conformarsi agli ordinamenti scolastici vigenti.

 

I dati statistici

I dati sugli iscritti e sulle istituzioni scolastiche derivano dalle Rilevazioni Integrative che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) effettua ogni anno, all’inizio dell’anno scolastico, per tutti gli ordini di scuola sia statale che non statale. Dalla rilevazione sono escluse le scuole carcerarie ed ospedaliere (fatta eccezione per l’anno scolastico 2004/05).

I dati resi disponibili dal MIUR riguardano tutti gli ordini di scuola, con vari livelli di aggregazione e di classificazione.

Ai fini statistici le scuole sono intese come unità scolastiche caratterizzate da un’omogenea tipologia di offerta formativa. Vengono quindi conteggiate distintamente:

  • le scuole dell'infanzia;
  • i plessi della scuola primaria (ogni singola scuola appartenente ad un circolo didattico o ad un istituto comprensivo);
  • le scuole secondarie di primo e secondo grado;
  • eventuali sezioni staccate delle scuole secondarie di primo e secondo grado;
  • i diversi tipi di scuola all'interno di una stessa scuola secondaria di secondo grado.

Per quanto concerne i licei, si segnala che i licei linguistici sono presenti solo nella scuola non statale.

Gli Istituti e le Scuole magistrali dopo l'A.S. 1998/99 gli Istituti magistrali sono stati trasformati in Istituti di istruzione secondaria di secondo grado, con corsi di studio di durata quinquennale. Nella presentazione dei dati sono denominati Ex Ist./Scuole Magistrali.

I dati relativi al personale della scuola sono anch’essi di fonte MIUR ma provengono dalle procedure gestionali e non da una rilevazione specifica. In base alla funzione svolta, il personale si suddivide in:

  • Dirigenti scolastici:  personale con qualifica dirigenziale preposto a capo di una istituzione scolastica con autonomia didattica, organizzativa, finanziaria, amministrativa e di gestione;
  • Personale docente: può essere a tempo indeterminato (personale di ruolo) oppure a  tempo determinato (personale non di ruolo). Il personale a tempo determinato può avere un contratto annuale oppure un contratto fino al termine delle attività didattiche.

Tra il personale docente, indipendentemente dal rapporto di lavoro, è individuata la figura del docente di sostegno, preposto all’integrazione degli alunni diversamente abili.

  • Personale educativo: partecipa al processo di formazione e di educazione degli allievi dei convitti ed educandati.
  • Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (ATA): può essere a tempo indeterminato (personale di ruolo) oppure a  tempo determinato (personale non di ruolo).

 

2. Scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione

L’ordinamento della scuola dell’infanzia e del primo ciclo è definito dal Regolamento dpr 89/2009. I dati statistici presentati sono di fonte MIUR

Scuola dell’infanzia

La scuola dell’infanzia è aperta a tutti i bambini italiani e stranieri che abbiano un'età compresa fra i tre e i cinque anni compiuti entro il 31 dicembre. Ha durata triennale e non è obbligatoria.

Possono iscriversi alla scuola dell’infanzia i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. Tale possibilità è, comunque, subordinata alle seguenti condizioni previste dall’articolo 2 del Regolamento (dpr 89/2009):

a) disponibilità dei posti;

b) accertamento dell'avvenuto esaurimento di eventuali liste di attesa;

c) disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo dell'agibilità e funzionalità, tali da rispondere alle diverse esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni;

d) valutazione pedagogica e didattica, da parte del collegio dei docenti, dei tempi e delle modalità dell'accoglienza.

 

Il primo ciclo di istruzione

Il primo ciclo di istruzione si articola in due percorsi scolastici consecutivi e obbligatori:

1.            la scuola primaria, della durata di cinque anni;

2.            la scuola secondaria di primo grado, della durata di tre anni.

La scuola primaria promuove, nel rispetto delle diversità individuali, lo sviluppo della personalità; permette di acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base fino alle prime sistemazioni logico-critiche; favorisce l’apprendimento dei mezzi espressivi, ivi inclusa l’alfabetizzazione in almeno una lingua dell’Unione europea (inglese) oltre alla lingua italiana; pone le basi per l’utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del mondo naturale, dei suoi fenomeni e delle sue leggi; valorizza le capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo; educa i giovani cittadini ai principi fondamentali della convivenza civile (Legge 53/2003).

La frequenza alla scuola primaria è obbligatoria per tutti i ragazzi italiani e stranieri che abbiano compiuto sei anni di età entro il 31 dicembre. L'iscrizione è facoltativa per chi compie sei anni entro il 30 aprile dell'anno successivo.

A partire dall’anno scolastico 2009-10, gradualmente viene superata l’organizzazione a moduli e ridotta al massimo la compresenza. Contestualmente, a cominciare dalle prime classi ad orario normale, viene introdotto il modello del docente unico di riferimento con orari di insegnamento prevalente e con compiti di coordinamento.

La frequenza alla scuola secondaria di primo grado è obbligatoria per tutti i ragazzi italiani e stranieri che abbiano concluso il percorso della scuola primaria.

Il primo ciclo di istruzione si conclude con un esame di Stato, il cui superamento costituisce titolo di accesso al secondo ciclo.

 

3. Istruzione secondaria di II grado

L’istruzione secondaria di II grado costituisce il secondo ciclo di istruzione, cui si accede all’età di 14 anni, dopo il superamento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo.

A partire dalle prime classi dell’anno scolastico 2010-2011 è iniziata la Riforma della Secondaria Superiore, con l’avvio dei Nuovi licei, dei Nuovi tecnici e dei Nuovi professionali.

La riforma ha riorganizzato i licei in sei indirizzi:

  • Liceo artistico
  • Liceo classico
  • Liceo scientifico (la nuova opzione delle “Scienze applicate” raccoglie l’eredità della sperimentazione “Scientifico-tecnologica”)
  • Liceo delle scienze umane: sostituisce il liceo socio-psicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il piano di studi di questo indirizzo si basa sull’approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica
  • Liceo musicale e coreutico: si articola nelle due sezioni musicale e coreutica.
  • Liceo linguistico:

La durata del corso di studi nei licei è di cinque anni, al termine dei quali e attraverso un esame di Stato si consegue un diploma di valore legale. Nel solo liceo artistico il ciclo di istruzione si completa in quattro anni. Per gli studenti che, da questo tipo di scuola, intendano proseguire gli studi presso le Università o l’Alta Formazione artistica, musicale e coreutica è prevista la frequenza obbligatoria di un anno integrativo.

Gli istituti tecnici vengono a loro volta divisi in due “settori”: il settore economico e quello tecnologico, per un totale di 11 indirizzi, come segue:

Settore economico (due indirizzi):

  • Amministrativo, finanza e marketing;
  • Turismo.

Settore tecnologico (nove indirizzi):

  • Meccanica, meccatronica ed energia;
  • Trasporti e logistica;
  • Elettronica ed elettrotecnica;
  • Informatica e telecomunicazioni;
  • Grafica e comunicazione;
  • Chimica, materiali e biotecnologie;
  • Sistema moda;
  • Agraria e agroalimentare e industria;
  • Costruzioni, ambiente e territorio.

Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:

- un primo biennio dedicato all’acquisizione dei saperi e delle competenze previste per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e degli apprendimenti che introducono progressivamente agli indirizzi;

- un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio, dal mondo del lavoro e delle professioni;

- il quinto anno si conclude con l’Esame di Stato.

 

Il riordino dell’istruzione professionale a eliminato la sovrapposizione con l’istruzione tecnica, ponendo le basi per un raccordo organico con il sistema d’istruzione e formazione professionale di competenza delle regioni.

Gli istituti professionali si articolano in 2 macrosettori (Servizi; Industria e Artigianato) articolati in 6 indirizzi: 

Settore dei Servizi:

Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale;

Servizi socio-sanitari;

Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera;

Servizi commerciali.

Settore Industria e artigianato:

  • Produzioni artigianali e industriali;
  • Servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica.

Il percorso è articolato in 2 bienni e 1 quinto anno (il secondo biennio è articolato in singole annualità per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione) 

 

4. Statistiche dell'istruzione universitaria

Le riforme del sistema universitario

Durante l’ultimo decennio il sistema universitario è stato oggetto di due riforme.

La prima riforma è stata avviata nel 1999 (leggi n. 127/97 e n. 4/99) e ha istituito l’articolazione dell’istruzione universitaria su due livelli:

  • Laurea triennale: è il titolo di primo livello rilasciato al termine del corso di formazione della durata di tre anni.
  • Laurea specialistica: è il titolo di secondo livello rilasciato al termine del corso di formazione della durata di due anni dopo la laurea triennale. Vi sono inoltre alcune lauree specialistiche a ciclo unico.

La seconda riforma che ha avuto inizio nell’anno accademico 2008-09 e sarà portata a compimento entro il 2011 (D.M. 270/04) costituisce l’ordinamento universitario attuale. I livelli di istruzione restano sempre due ma cambiano denominazione:

  • la laurea triennale si chiama semplicemente laurea, o laurea di primo livello, che ha l’obiettivo di assicurare allo studente un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché l’acquisizione di specifiche conoscenze professionali
  • la laurea specialistica diventa laurea magistrale, e ha l’obiettivo di fornire allo studente una formazione di livello avanzato per l’esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici.

Per alcuni corsi sono previsti corsi di laurea a ciclo unico, della durata di 4, 5 o 6 anni. Si tratta di:

  • Medicina e Chirurgia (6 anni)
  • Odontoiatria e protesi dentaria (5 anni)
  • Medicina veterinaria (5 anni)
  • Farmacia e Farmacia industriale (5 anni)
  • Architettura (5 anni)
  • Ingegneria edile (5 anni)
  • Giurisprudenza (5 anni, inizialmente 3+2 poi si è tornati al ciclo unico)
  • Scienze della formazione primaria (4 anni)

 

La riforma universitaria riguarda anche la formazione post laurea: i master universitari di primo e secondo livello della durata di 1 anno (cui è possibile iscriversi con il titolo, rispettivamente, della laurea di primo livello e della laurea magistrale) ed il dottorato di ricerca della durata di 3 anni (dopo il conseguimento della laurea magistrale).

Per alcune professioni previste dalla legge (medico, avvocato, insegnante, etc.) l’abilitazione all’esercizio della professione si conseguirà frequentando, dopo la laurea di primo livello o magistrale, le specifiche scuole di specializzazione o praticantati, che durano in genere 1-2 anni e superando successivamente l’esame di stato.

 

Le statistiche sul’istruzione universitaria

Le statistiche sull’istruzione universitaria sono realizzate dall'Ufficio di Statistica del Ministero dell'Università e della Ricerca (MIUR). L’ufficio si occupa della rilevazione, dell'analisi e della pubblicazione dei dati riguardanti il mondo dell'Università, dell'Alta Formazione Artistica e Musicale e del Diritto allo studio. E’ componente del Sistema Statistico Nazionale (Sistan) come responsabile per il coordinamento e le pubblicazioni delle statistiche ufficiali riguardanti queste tre aree.

Le statistiche disponibili riguardano gli immatricolati, gli iscritti al primo anno e gli iscritti totali.

Gli immatricolati sono gli studenti iscritti la prima volta ad un corso di livello universitario in un qualsiasi Ateneo italiano. Rientrano in questa categoria gli studenti neodiplomati con titolo di scuola media superiore italiano o straniero equipollente, i laureati presso un'Università estera, i trasferiti in un Ateneo italiano dall'estero.

Sono pertanto esclusi gli studenti che, immatricolati in anni precedenti, hanno abbandonato il corso intrapreso e si sono ri-iscritti a un corso di un altro ateneo. Questi studenti rientrano nella categoria degli iscritti al I anno

 

Gli iscritti al primo anno sono gli studenti che nell'Anno Accademico in esame risultano iscritti al primo anno di corso, indipendentemente dal numero di anni di durata della propria carriera universitaria.

Ricadono in questa categoria:

Per i corsi di laurea triennale e magistrale/specialistica a ciclo unico:

- Gli immatricolati iscritti al primo anno di corso,

- Chi ha avviato una nuova carriera, iscrivendosi al primo anno del corso frequentato,

- Chi, in seguito a passaggi o trasferimenti, pur avendo già avviato la propria carriera, si iscrive al primo anno per mancanza di crediti per accedere agli anni successivi ovvero per propria scelta.

Per i corsi di laurea magistrale/specialistica:

- chi in possesso di un titolo triennale o del vecchio ordinamento (ovvero titolo straniero equipollente) si iscrive al primo anno di corso.

 

Gli iscritti corrispondono agli studenti che in un dato Anno Accademico risultano iscritti ad un Ateneo, indipendentemente dall'anno di corso.

Dal momento che la raccolta dei dati nell'Anagrafe Nazionale Studenti si limita alle carriere avviate nel 2003/2004 per Lauree Triennali e Cicli Unici ed alle carriere avviate nel 2004/2005 per Lauree Specialistiche, nei totali degli iscritti sono conteggiati solo gli studenti che hanno intrapreso una carriera a partire dagli anni indicati per le varie tipologie di corso.

 

 

5. Alta formazione artistica e musicale

Con l'attuazione della Legge 508 del 1999, che ha istituito il Consiglio Nazionale per l'Alta Formazione Artistica e Musicale, l'Ufficio di Statistica del MIUR ha iniziato a condurre annualmente la Rilevazione dell'Alta Formazione Artistica e Musicale.

Lo scopo di questa rilevazione è quello di indagare sulla situazione degli Iscritti ai singoli corsi dei vari Istituti, degli Esami sostenuti e superati, del Personale docente e non docente, dell'Edilizia ed altro.

Dal 2001 vengono rilevati anche gli interventi erogati a favore degli studenti sia dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale sia, in seguito all'entrata in vigore del DPCM del 30/04/2001, dagli Organismi regionali per il diritto allo studio universitario. Tali informazioni sono reperibili nella più ampia rilevazione sul "Diritto allo studio universitario".

Dal 2003, il quadro relativo all'Alta formazione Artistica e Musicale viene completato con la rilevazione della contribuzione studentesca e del numero di studenti esonerati totalmente e parzialmente dalle tasse di iscrizione e frequenza.

 

6. Regioni europee (Eurostat)

L’annuario contiene anche una serie di dati che hanno l’obiettivo di posizionare la Lombardia all’interno del contesto europeo confrontandola con altre regioni e con altre nazioni.

I dati sono di fonte Eurostat (Ufficio Statistica dell’Unione Europea), il cui ruolo principale è produrre e divulgare informazioni statistiche ufficiali a livello europeo. Eurostat non effettua la raccolta dati; i dati sono raccolti direttamente dalle autorità statistiche degli Stati Membri, le quali producono le statistiche nazionali di carattere ufficiale e ne curano la trasmissione a Eurostat. Eurostat consolida i dati ricevuti dagli Stati Membri e, attraverso metodologie armonizzate, assicura che essi siano comparabili.

Le statistiche presentate nell’annuario fanno riferimento a 22 regioni con dinamiche simili a quelle lombarde e ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Esse son tratte dalla base dati REGIO.

Le 22 regioni confrontate con la Lombardia sono state scelte tra le aree appartenenti alle categorie NUTS1 e NUTS2. Le categorie NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica sono definite da Eurostat

Per la scelta delle regioni che meglio possono essere confrontate con la Lombardia sono stati definiti i seguenti parametri:

  • Superficie
  • Popolazione
  • Densità demografica
  • Prodotto interno lordo
  • Prodotto interno lordo pro capite

E'  stato poi valutato un intorno di circa + / - 50% rispetto al valore lombardo; sono state scelte le regioni che presentavano il maggior numero di parametri nell’intorno considerato. Alcune regioni, pur non rientrando pienamente nei parametri richiesti, sono state aggiunte per mantenere un generale equilibrio tra i principali stati europei.

 

Data aggiornamento: 
Settembre, 2012