Indice
6. Popolazione e abitazioni (Censimento)
Le statistiche sulla popolazione residente fanno riferimento, oltre che al numero di abitanti, alle caratteristiche della popolazione, quali il sesso, l’età e lo stato civile, e sono disponibili sino al dettaglio comunale.
La popolazione residente è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana e straniera, che hanno dimora abituale nel territorio nazionale anche se temporaneamente assenti. Ogni persona che ha dimora abituale in Italia deve iscriversi, per obbligo di legge (art. 2 L. 1228/1954), nell'anagrafe del comune nel quale ha posto la sua dimora abituale.
In seguito ad ogni Censimento della popolazione (i censimenti vengono realizzati ogni dieci anni, l’ultimo è stato effettuato nel 2001) viene determinata la popolazione legale. A tale popolazione si somma il movimento anagrafico dei periodi successivi, calcolati con riferimento alla fine di ciascun anno solare e si calcola così la popolazione residente in ciascun comune al 31 di dicembre di ogni anno.
L'anagrafe della popolazione residente costituisce quindi la fonte per il calcolo sia della popolazione sia del relativo movimento, costituito dal movimento naturale (nati e morti) e dal movimento migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza).
Le diverse informazioni riguardanti la popolazione residente sono rilevate dall’Istat presso gli uffici di anagrafe dei Comuni italiani.
Per la tutela del segreto statistico, per i Comuni con meno di 20.000 abitanti i dati per le modalità dello stato civile uniti/e civilmente , già in unione civile (per scioglimento dell'unione) e già in unione civile (per decesso del partner, non sono diffusi e sono sommati rispettivamente alle modalità dello stato civile coniugati/e, divorziati/e e vedovi/e. pertanto la somma dei singoli dati comunali, per alcune modalità dello stato civile, può differire dal dato provinciale, regionale o ripartizionale.
Sono inoltre qui presentati i dati relativi agli italiani residenti all’estero, forniti dal Ministero dell’Interno cui fa riferimento l’AIRE (anagrafe della popolazione italiana residente all’estero).
Devono iscriversi all´AIRE i cittadini che trasferiscono la propria residenza, da un comune italiano all’estero, per un periodo superiore l’anno; i cittadini nati e residenti fuori dal territorio nazionale, il cui atto di nascita é stato trascritto in Italia e la cui cittadinanza italiana é stata accertata dal competente ufficio consolare di residenza; le persone che acquisiscono la cittadinanza italiana all´estero, continuando a risiedervi; i cittadini la cui residenza all’estero é stata giudizialmente dichiarata.
Non devono iscriversi all´ AIRE le persone che si recano all´ estero per un periodo di tempo inferiore all´ anno; i lavoratori stagionali; i dipendenti di ruolo dello stato in servizio all´ estero, notificati alle autorità locali ai sensi delle Convenzioni di Vienna del 1961 e del 1963 sulle relazioni diplomatiche e consolari; i militari in servizio presso gli Uffici e le strutture della NATO.
Come accennato in precedenza, l'anagrafe della popolazione residente costituisce la fonte per il calcolo sia della popolazione sia del relativo movimento, costituito dal movimento naturale (nati e morti) e dal movimento migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza).
L’Istat rileva, presso gli uffici di anagrafe dei Comuni italiani,molteplici informazioni, fra cui:
Popolazione residente: è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana e straniera, aventi dimora abituale nel territorio nazionale anche se temporaneamente assenti (vedi dettaglio al paragrafo 1)
Nati vivi: viene riportato il numero di nati da residenti nel comune indipendentemente dal luogo in cui sia avvenuta la nascita (in Italia, nello stesso o in altro comune, o all'estero). Sono quindi esclusi i nati in Italia da genitori non residenti. I nati fanno riferimento alla data di registrazione dell'atto in anagrafe e non alla data di nascita effettiva.
Morti: viene riportato il numero dei morti relativi alla popolazione residente indipendentemente dal luogo in cui si sia verificato l'evento (in Italia, nello stesso o in altro comune, o all'estero). Sono quindi esclusi i morti in Italia non residenti. I morti fanno riferimento alla data di registrazione dell'atto in anagrafe e non alla data effettiva di morte.
Le iscrizioni, che si distinguono in:
Le cancellazioni, che si distinguono in:
Il saldo naturale: è la differenza tra il numero dei nati in Italia o all'estero da persone residenti ed il numero dei morti, in Italia o all'estero, ma residenti in Italia.
Il saldo migratorio e per altri motivi: è la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti per trasferimento di residenza e per altri motivi.
Anche per la popolazione straniera la principale fonte informazione per il calcolo dei dati è l’anagrafe della popolazione residente.
La popolazione straniera residente è costituita dalle persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. Essa viene calcolata, per ciascun comune, al 31 dicembre di ogni anno successivo al Censimento della popolazione, sommando alla popolazione straniera censita come residente nel comune, il movimento anagrafico registrato nel corso di ciascun anno solare.
I dati resi disponibili dall’ISTAT sulla popolazione straniera residente comprendono il genere, l’età e lo stato di cittadinanza.
Per una migliore interpretazione degli eventi demografici che hanno caratterizzato il movimento della popolazione straniera residente nel corso dell'anno, è importante tenere conto su alcuni aspetti del bilancio demografico.
Le iscrizioni si distinguono in:
Le cancellazioni si distinguono in:
l’Istat rende inoltre disponibili i dati sui permessi di soggiorno dei cittadini extracomunitari regolarmente presenti in Italia a, ottenuti elaborando le informazioni fornite dal Ministero dell’Interno. Come è noto, risulta esclusa la maggior parte dei figli minorenni degli stranieri, segnalati soltanto sul permesso di soggiorno dei genitori e non stimabili in base alle informazioni di cui l’Istat dispone.
Il Ministero dell’interno censisce annualmente le strutture di accoglienza per stranieri, rilevandone la consistenza, la localizzazione e alcune caratteristiche. Il campo di osservazione riguarda tutte le strutture presenti sul territorio nazionale, pubbliche e private, residenziali e non residenziali
Si ricorda che, a partire dal dato al 1° gennaio 2008, nello stock dei permessi di soggiorno non sono più compresi i cittadini dell’Unione europea, esentati dal 27 marzo 2007 dal richiedere la carta di soggiorno anche per periodi superiori a tre mesi. Con il Decreto Legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 è stata infatti recepita anche in Italia la Direttiva 2004/38/CE che prevede per i cittadini dei 27 paesi il diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio degli Stati membri.
Le previsioni demografiche più recenti formulate all’Istat vanno dal 1° gennaio 2007 al 1° gennaio 2051. Esse sono pertanto finalizzate al disegno dell’evoluzione demografica futura del Paese nel breve, medio e lungo termine.
Esse sono realizzate in ragione di standard metodologici internazionalmente riconosciuti. In particolare, si ricorre al cosiddetto modello per componenti (cohort component model). In base a tale metodo, la popolazione, tenuto conto del naturale processo di avanzamento dell’età, si modifica da un anno al successivo aggiungendo le nascite, sottraendo i decessi, aggiungendo i movimenti migratori in entrata e, infine, sottraendo quelli in uscita.
I dati di lungo termine vanno comunque trattati con estrema cautela, in quanto le previsioni demografiche divengono tanto più incerte quanto più ci si allontana dalla base di partenza, in particolar modo nelle piccole realtà geografiche.
Le previsioni realizzate dall’Istat sono articolate secondo tre distinti scenari. Con il primo di essi, lo scenario centrale, viene fornito un set di stime puntuali ritenute “verosimili” che, costruite in base alle recenti tendenze demografiche, sono quelle verso il quale vengono principalmente orientati gli utilizzatori. Accanto allo scenario considerato più “probabile” sono stati costruiti due scenari alternativi che hanno il ruolo di disegnare il campo dell’incertezza futura. Tali due scenari, denominati rispettivamente scenario basso e scenario alto, sono impostati definendo una diversa evoluzione per ciascuna componente demografica rispetto allo scenario centrale.
Le due varianti tracciano idealmente un percorso alternativo, dove ciascuna componente apporterà maggiore (scenario alto) o minore (scenario basso) consistenza alla popolazione. Per lo scenario alto ciò significa fecondità, sopravvivenza e flussi migratori (interni e con l’estero) più sostenuti, mentre vale esattamente l’opposto nello scenario basso. Tanto il primo quanto il secondo sono da intendersi soltanto come alternative “plausibili”. A nessuno dei due, infatti, può essere attribuito il significato di limite potenziale (superiore o inferiore) allo sviluppo della popolazione in futuro.
La popolazione base delle previsioni è quella rilevata dalla fonte “Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile” al 1° gennaio 2007.
Le informazioni sulla natalità della popolazione residente vengono rilevate dall’Istat tramite la “Rilevazione sugli iscritti in anagrafe per nascita”, realizzata annualmente dal 1999. Questa rilevazione permette di monitorare le principali caratteristiche demografiche dei nati e dei loro genitori, fornendo indicazioni sui fattori alla base dei cambiamenti di natalità e fecondità della popolazione residente in Italia.
Nella rilevazione le nascite sono classificate secondo le seguenti variabili: sesso del nato, data di nascita (del nato), luogo di nascita, cittadinanza (del nato), età della madre (singolo anno di) e coorte, età del padre (singolo anno di) e coorte, stato civile della madre, stato civile del padre, cittadinanza della madre, cittadinanza del padre, numero di componenti della famiglia (totale e minorenni)
La rilevazione raccoglie le informazioni quantitative indispensabili per consentire il calcolo dei principali indicatori di fecondità: tasso di fecondità totale (Tft), età media alla nascita per le donne residenti (nel complesso, per stato civile, per cittadinanza). Tali indicatori possono essere calcolati a livello comunale e per ambiti territoriali sovracomunali (aree metropolitane, province, regioni). L’informazione sul numero di componenti minorenni delle famiglie in cui viene iscritto il nuovo nato consente, inoltre, di effettuare una stima delle nascite distinte per ordine.
La rilevazione anagrafica fornisce la lista universo delle famiglie in cui è stato iscritto un nuovo componente per nascita, la cui disponibilità consente l’estrazione del campione per l’indagine campionaria sulle nascite
Per quanto riguarda la mortalità, i relativi dati sono sempre più spesso utilizzati anche per valutare, o per impostare, misure politiche di intervento sulle tematiche riguardanti la salute dei cittadini. Questo, negli ultimi anni, ha fatto emergere, proprio da parte degli stessi utilizzatori, la netta esigenza di analisi più specifiche, in termini di dettaglio territoriale. In quest’ambito s’inserisce la costruzione sia di tavole di mortalità regionali, che da molti anni sono oggetto di diffusione da parte dell’Istat, sia di tavole di mortalità provinciali, disponibili a partire dall’anno 1995.
L’attività svolta nel settore ha portato negli ultimi anni al rilascio, in successione logica, delle “Tavole di mortalità e tavole attuariali della popolazione italiana al 1992” (Note e Relazioni, 1996), delle “Tavole di mortalità della popolazione italiana per regione, Anni 1989-93” (Informazioni, 1996) e delle “Tavole provinciali di mortalità, Anno 1995” (Informazioni, 2000). Un ulteriore traguardo sarà, nel prossimo futuro, la costruzione di tavole di mortalità per i grandi comuni, perché è innegabile la diversità di fattori di contesto per il centro urbano, rispetto alla provincia in cui si sono sviluppati ed è quindi presumibile una diversa evoluzione della mortalità.
La costruzione delle tavole regionali di mortalità passa attraverso diverse fasi elaborative:
Ulteriori dettagli sulla metodologia per la produzione delle tavole di mortalità sono disponibili su:
http://www.istat.it/dati/catalogo/20020731_00/volumemortalita.pdf
6. Popolazione e abitazioni (Censimento)
In questa sezione sono presentati i dati della popolazione residente e delle abitazioni rilevati dall'ISTAT mediante il censimento della popolazione e delle abitazioni.
Il censimento offre una fotografia del Paese in un momento della sua storia, ne dà una visione d`insieme e contemporaneamente dettagli precisi: quanti siamo in Italia, la nostra età, il grado di istruzione, gli spostamenti che facciamo per lo studio e il lavoro, le situazioni nelle quali viviamo, le caratteristiche strutturali delle abitazioni dove abitiamo. Il censimento consente anche l'aggiornamento e la revisione delle anagrafi comunali e la determinazione della popolazione legale.
Il Censimento raccoglie dati a livello di microaree, cioè di comune, di frazione, di città e persino di quartiere. E’ l`unico strumento che offre una conoscenza territoriale estremamente minuziosa e fornisce importanti informazioni necessarie alle istituzioni per predisporre migliori reti di trasporto, localizzare nel modo più razionale ospedali, scuole e altre attività e in generale per decidere con maggiore consapevolezza.
Il Censimento della popolazione e delle abitazioni viene realizzato dall’Istat ogni 10 anni. Quello più recente (il 14° Censimento, realizzato nel 2001), ha riguardato circa 57 milioni di cittadini, pari a 22 milioni di famiglie. Sono state censite le famiglie, le convivenze, le singole persone e, per la prima volta, anche coloro che sono temporaneamente dimoranti in un comune; un dato necessario per stabilire la popolazione che utilizza il territorio.
Ciascuna persona ha indicato, oltre ai dati anagrafici, titolo di studio, condizione professionale, luogo in cui si svolge l`attività di studio o di lavoro. Alcune domande specifiche (tempo impiegato per andare al lavoro, mezzi di trasporto utilizzati, tempo dedicato al lavoro o allo studio nel corso della settimana) hanno contribuito a delineare gli stili di vita della popolazione.
La rilevazione censuaria raccoglie inoltre per tradizione anche le informazioni sulla consistenza numerica e sulle caratteristiche strutturali delle abitazioni occupate e non occupate. Nel 2001 per la prima volta, l`Istat ha realizzato anche il Censimento degli edifici ad uso abitativo e, limitatamente ai centri abitati, quelli destinati non ad uso abitativo.
L’annuario contiene anche una serie di dati che hanno l’obiettivo di posizionare la Lombardia all’interno del contesto europeo confrontandola con altre regioni e con altre nazioni.
I dati sono di fonte Eurostat (Ufficio Statistica dell’Unione Europea), il cui ruolo principale è produrre e divulgare informazioni statistiche ufficiali a livello europeo. Eurostat non effettua la raccolta dati; i dati sono raccolti direttamente dalle autorità statistiche degli Stati Membri, le quali producono le statistiche nazionali di carattere ufficiale e ne curano la trasmissione a Eurostat. Eurostat consolida i dati ricevuti dagli Stati Membri e, attraverso metodologie armonizzate, assicura che essi siano comparabili.
Le statistiche presentate nell’annuario fanno riferimento a 22 regioni con dinamiche simili a quelle lombarde e ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Esse son tratte dalla base dati REGIO.
Le 22 regioni confrontate con la Lombardia sono state scelte tra le aree appartenenti alle categorie NUTS1 e NUTS2. Le categorie NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica sono definite da Eurostat
Per la scelta delle regioni che meglio possono essere confrontate con la Lombardia sono stati definiti i seguenti parametri:
E' stato poi valutato un intorno di circa + / - 50% rispetto al valore lombardo; sono state scelte le regioni che presentavano il maggior numero di parametri nell’intorno considerato. Alcune regioni, pur non rientrando pienamente nei parametri richiesti, sono state aggiunte per mantenere un generale equilibrio tra i principali stati europei.